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La LL riparte da Fantoni e Filloy

di Giulio Corsi
La LL riparte da Fantoni e Filloy

I piani del nuovo ad Ferencz Bartocci: «L’obiettivo è riportare la Libertas in serie A1». Programma quadriennale, Diana a un passo dalla firma, da lunedì via al mercato

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LIVORNO. Si riparte dall’esperienza del capitano Tommaso Fantoni e da quella di Ariel Filloy. È intorno ai due ex azzurri che sarà costruita la Libertas del futuro.

Ferencz Bartocci, nuovo amministratore delegato della società amaranto, svela le prime scelte di mercato durante la sua presentazione alla stampa, al primo piano della palazzina di via Pera, seduto alla scrivania tra il vicepresidente Luca Colò e il responsabile della comunicazione Armando Balsano, mentre dai finestroni da cui si affacciavano un tempo i Boris e i D’Alesio e dopo di loro Massimo Faraoni, va in scena l’open day del Baskin, il basket per tutti, una delle bandiere sportive e sociali della società.

Svela gli obiettivi libertassini Bartocci, che si presenta ricordando Luciano De Majo, indimenticata voce e penna del basket livornese, che aveva conosciuto 25 e più anni fa, quando faceva l’addetto stampa a Fabriano e il nostro Luciano insieme a Renzo Marmugi girava l’Italia per narrare l’epopea dell’allora Basket Livorno.

«La squadra sarà costruita intorno a Fantoni e Filloy – dice Bartocci –. La priorità ora è la scelta degli italiani. Per gli americani immaginiamo un piccolo e un lungo, ma arriveranno dopo». L’idea è quella di una guardia a stelle e strisce e un play italiano. A ore intanto dovrebbe arrivare la firma di Andrea Diana. Bartocci non fa il nome solo per rispetto delle formalità. «Diciamo che si sta confermando la volontà del presidente di avere un coach livornese», sorride.

Il nuovo amministratore parla anche degli obiettivi della società: «La doppia L ha fatto la storia della pallacanestro italiana e vuole continuare a farla. Cercheremo di fare una squadra competitiva con gente che cerca il riscatto e sogna il ritorno al piano di sopra. Per il prossimo anno puntiamo a prolungare la stagione facendo qualcosa meglio dei playout. L’obiettivo è tornare in A1, ma servono i tempi necessari per amalgamarsi, conoscersi, senza darsi una scadenza stagionale». Il programma è quadriennale, come il contratto di Bartocci, chiamato per sanare una pecca della Libertas prima versione, quella della società fatta di azionisti diffusi, tutti o quasi con potere e voglia di mettere il becco nelle scelte. Siamo alla trasformazione organizzativa (e non solo) della società dilettantistica in impresa. Lo dice con franchezza lo stesso Colò: «La Libertas è un’azienda importante che genera tante aspettative. Il cda ha deciso di spersonalizzare. Il salto in A2 è stato importante, nell’ultima stagione ci sono stati problemi e siamo stati bravi a compattarci e risolverli. Ora abbiamo scelto il migliore e siamo molto contenti: abbiamo bisogno di crescere tutti, da noi dirigenti ai tifosi per tornare ai vertici del basket nazionale».

Lunedì Bartocci incontrerà tutti i dirigenti e i collaboratori, dalla prima squadra all’Academy al femminile: «Stiamo facendo un focus con le persone che lavorano in Libertas, lunedì sarà la prima riunione operativa – ha spiegato -. Ci ritroveremo in 25 in questa stanza, c’è un’anima forte fatta dalle persone, ripartiremo da loro, senza pensarci troppo, ci sono tutte le personalità per far bene. Credo molto nella verticalità del lavoro come responsabilità, ma anche nell’orizzontalità dove tutti siano protagonisti dei successi, dal capo allenatore al presidente al cda a chi pulisce il campo di allenamento. Le vittorie arrivano con la coesione di tutti». Ci saranno momenti difficili, onde alte, come in tutte le navigazioni. «Dobbiamo lavorare pensando che abbiamo la doppia L col 47 sul petto e quando ci saranno le difficoltà chiameremo timeout per trovare le soluzioni».

La scelta di Livorno, instradata dal rapporto con Walter De Raffaele con cui ha lavorato a Tortona, pensata ai tempi di Consigli e concretizzata con Benvenuti dopo un incontro con Colò e Inghilesi, parte da lontano: «Ebbi la fortuna di partecipare ai playoff dell’anno scorso con Walter, di vedere quel palasport, e ora sono stato conquistato dalla volontà di Marco di creare successi in campo ed essere protagonisti anche fuori, tanto che sarei venuto anche in serie B». 


 

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