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Porto di Livorno, fra rilancio e nuove sfide – L’analisi di Enzo Raugei

di Iacopo Simoncini

	Il presidente Enzo Raugei
Il presidente Enzo Raugei

Il presidente della Compagnia Portuali traccia il bilancio del 2025 e guarda al futuro: governance ricomposta, traffici in crescita e nodi strategici ancora da sciogliere

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LIVORNO. Un anno di transizione, ma anche di rilancio, per il porto di Livorno. Tra il cambio ai vertici dell’Autorità di Sistema Portuale, l’avvio di opere infrastrutturali attese da tempo e segnali incoraggianti sul fronte dei traffici, il 2025 rappresenta una fase cruciale per lo scalo labronico. A fare il punto è Enzo Raugei, presidente della Compagnia Portuali di Livorno, che offre una fotografia dettagliata della situazione attuale e delle prospettive future.

Come giudica le condizioni attuali del porto di Livorno? Può fornirci una fotografia del 2025?

«Durante l’anno in corso il porto ha conosciuto momenti di criticità legati al cambio di guardia dell’Autorità Portuale, che non è avvenuto in modo rapido e automatico. In una prima fase è stato nominato un commissario e, per legge, non erano operativi né il Comitato di Gestione né il segretario generale. Fortunatamente, con l’ultimo decreto il commissario, il dottor Davide Gariglio, è stato trasformato in presidente a pieno titolo. In questi giorni è stato nominato anche il Comitato di Gestione; resta aperta la nomina del referente della Regione e sarà presto valutata dal presidente quella del segretario generale. Oggi l’ente ha quindi riacquisito la sua completa architettura direttiva.

Nel corso del 2025 si sono finalmente avviati i lavori per la Piattaforma Europa, un’opera essenziale per lo sviluppo del porto. Sono proseguiti i lavori di consolidamento dei primi due moduli del Terminal contenitori e, in questa fase finale dell’anno, è in discussione la modalità di realizzazione dei due moduli successivi, con i relativi collegamenti viari e ferroviari. L’intero complesso sarà messo a gara, poiché gli oneri saranno a carico del soggetto privato».

Il 2025 segna anche un’importante svolta sul piano societario.

«Abbiamo riacquisito una quota del Terminal Darsena Toscana. Dopo un’inversione di tendenza, torniamo a investire nel nostro core business. Con la nuova proprietà Grimaldi abbiamo raggiunto un’intesa per il 5% del capitale, con un’opzione che potrà arrivare al 10% nel prossimo triennio. Oltre a essere soci, siamo anche fornitori di servizi del terminal, garantendoci così buone prospettive occupazionali». Raugei ricorda inoltre la partecipazione al 50% in CILP (Compagnia Impresa Lavoratori Portuali), impresa che negli ultimi anni si è molto consolidata raggiungendo performance molto apprezzate dai clienti, realizzando importanti risultati di bilancio e viene sottolineato che «anche per l’esercizio 2025 ci attendiamo ulteriori soddisfazioni».

Sul fronte dei traffici?

«Considerate le turbolenze legate ai conflitti e alla politica dei dazi degli Stati Uniti, possiamo dirci soddisfatti. I contenitori hanno registrato un incremento del 13-14% rispetto al 2024, anche grazie alle iniziative commerciali del Terminal a seguito della nuova proprietà Grimaldi Group. Le auto hanno avuto una lieve flessione, legata all’incertezza del mercato tra elettrico, ibrido e termico, mentre i prodotti forestali sono cresciuti oltre il 10%. Stabile il traffico Ro-Ro, con oltre circa 90 mila trailer, e anno record per l’importazione di frutta esotica: la Livorno Reefer, nostra società controllata, ha movimentato circa 7mila contenitori».

Che tipo di approccio c’è stato con il nuovo presidente dell’Autorità Portuale?

«Si tratta di una persona seria e competente, che conosce bene l’impianto legislativo legato alla portualità. Era già noto a noi per i confronti politico-sindacali avuti in passato sui vari emendamenti legislativi riguardanti la portualità. Ci possiamo attendere buoni risultati, soprattutto per la sua capacità di ascolto delle esigenze del mondo portuale».

Che cosa auspica per il 2026? Quali potrebbero essere le prospettive di crescita?

«Per il 2026 auspico innanzitutto che i lavori della Piattaforma Europa procedano a spron battuto e che venga meglio definito il nuovo assetto della gara per la gestione del Terminal Contenitori. Anche se i lavori sono proiettati su un arco di tre o quattro anni, il prossimo anno sarà fondamentale per impostare correttamente la questione».

Un altro dossier delicato riguarda l’ex LTM (Livorno Terminal Marittimo).

«La rinuncia al rinnovo della concessione ha creato una fase di stallo per circa 50 lavoratori. Sono stati pubblicati due bandi per individuare soluzioni temporanee, in attesa di una gara vera e propria che definirà il futuro di quell’asset lavorativo, auspichiamo una soluzione che salvaguardi i livelli occupazionali e generi ulteriore traffico per il porto di Livorno».

E lo scenario internazionale?

«Auspichiamo una pacificazione del mondo. I due principali focolai di guerra riguardano il Medio Oriente e l’Ucraina, sul primo alcuni elementi di attenuazione si stanno realizzando, sul secondo c’è ancora strada da fare, anche se i tentativi di una conciliazione si stanno intensificando. È comunque incoraggiante vedere che molte linee di navigazione stanno tornando a transitare dal Canale di Suez dopo mesi in cui transitavano per il capo di Buona Speranza, sottoponendo i traffici al rischio di essere dirottati verso i porti del Nord Europa. Se si riuscisse a ripristinare il completo status quo, precedente al conflitto medio-orientale, ne deriverebbe un incremento dei traffici per i porti italiani e per tutto il Mediterraneo».

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