Livorno, alle Sorgenti 5,3 chili di hashish. L'intercettazione: «Mi controllano dal pianerottolo»
Negli atti d'indagine l’ansia del “custode”, non indagato nell’attuale fascicolo, al telefono col proprietario. Si tratta di un ex agente di commercio labronico, all'epoca dei fatti arrestato dai carabinieri: per fuggire aveva legato una fune alla finestra della camera
LIVORNO. Era convinto che lo stessero “monitorando” dal pianerottolo: «Ma forse mi sbaglio, perché lo spioncino della porta è vecchio», diceva al telefono. Addirittura, per sfuggire a un’eventuale perquisizione, aveva legato una fune alla finestra della camera del suo appartamento al primo piano di via Dudley, alle Sorgenti. I carabinieri lo arresteranno davvero qualche giorno dopo la conversazione, il 27 gennaio del 2024, il quarantasettenne livornese Jonathan Ricci, un ex agente di commercio sorpreso in casa con la droga.
La rivelazione
L’uomo – non indagato nell’operazione “Penny black” che il 16 dicembre ha portato all’arresto di nove persone e a un totale di 18 indagati – viene citato nell’inchiesta in quanto quasi due anni fa fu fermato con 5,3 chili di hashish nella sua abitazione, stupefacente che oggi – dopo gli accertamenti degli inquirenti – viene collegato al venticinquenne Sami El Faitouri, uno dei livornesi arrestati con le accuse di rapina, evasione, porto abusivo di oggetti atti a offendere e spaccio. È il sequestro più ingente dell’anno e mezzo di indagine quello messo a segno verso l’ex professionista. In tutto sono stati sequestrati oltre a un fucile, pistole e piantagioni di canapa, anche 40 chili di droga per un valore di circa 400mila euro.
Le intercettazioni
Nelle conversazioni telefoniche fra El Faitouri e Ricci emerge con chiarezza, secondo l’accusa, la preoccupazione di quest’ultimo in merito alla sostanza custodita in casa. I dialoghi si appesantiscono di ansia e tensione mentre sta aspettando che venga ritirata da una terza persona: «Ma dov’è?», chiede. «A giro». «Quando viene?». «Viene dopo, ma perché non hai connessione?». «Connessione… se ho chiamato qui, però questo è un altro numero, capito?». «Di chi è?». «Mio, c’ho due telefoni, su quell’altro posso solo ricevere. Tengo Internet e tutto, questo qui è quello nuovo». «Vai, vai, a dopo». «Fallo venì, vai», il dialogo.
Gli arrestati
Oltre a El Faitouri sono in carcere il trentunenne albanese residente in città Desuer Demiri (accuse di spaccio, estorsione e rapina), il connazionale trentacinquenne Gilbert Karamani (spaccio ed estorsione), il venticinquenne colligiano Mourad Fraiji (spaccio e rapina) e, per la sola droga, il ventinovenne tunisino Yassine Bahri, i connazionali Salim Sghaier (31 anni), Mohamed Amine Laama (28), Ahmed Nebli (30) e Alaa Eddine Yahyaoui (21). Domani l’interrogatorio di garanzia.
Gli altri indagati
Chieste le misure cautelari anche per il ventottenne dominicano Yahiron Alberto Rosado, per il venticinquenne libico Mohuamed Ferjani e per il sessantatreenne livornese Marco Denci: la decisione arriverà all’esito dell’interrogatorio, così come per una quarta persona indagata che al momento si trova in Spagna. Liberi e accusati di spaccio il ventiseienne livornese Alessio Orlandi e i rosignanesi Alex Salvadori (25 anni), Christian Paoletti (22), Alfonso e Pasquale Zilo (di 30 e 55 anni, entrambi originari di Napoli).
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