Droga e fucilate a Livorno, il sindaco Salvetti: «Qui chi delinque viene punito»
Il primo cittadino plaude all'operazione di procura e carabinieri: «La “zona rossa” può essere solo aggiuntiva al lavoro degli inquirenti»
LIVORNO. C’è una grande soddisfazione nell’osservare la reazione di Livorno sul fronte sicurezza e lotta al crimine. Per diverso tempo avevamo detto che il quadro poteva migliorare attraverso un impegno forte dello Stato e con interventi incisivi che potevano nascere dal proficuo lavoro della procura e dal conseguente intervento delle forze dell’ordine. Ebbene in due occasioni tutto ciò è accaduto regalando un’impronta per me fondamentale sul fatto che chi delinque a Livorno viene preso e punito secondo legge».
A dirlo il sindaco Luca Salvetti, dopo gli arresti messi a segno dai carabinieri della Compagnia di Cecina, che avevano iniziato a indagare su un presunto giro di spaccio di droga che, inizialmente, aveva riguardato solamente Rosignano Marittimo. Ma che poi, secondo l’accusa, «aveva il suo quartier generale a Livorno», le parole del capitano Domenico Grieco, il comandante della Compagnia cecinese.
«Il riferimento è alla maxi-operazione di fine agosto nell’area di piazza Garibaldi e a quella che nelle scorse ore ha portato all’arresto di altre nove persone per spaccio, rapina, estorsione e altri reati perpetrati nell’area di piazza della Repubblica – le parole del primo cittadino –. È assurdo girare intorno al problema e magari fare riferimento a se e a cosa serva la “zona rossa” e quanto funziona e a cosa serva l’operato dell’amministrazione comunale per rendere i luoghi urbanisticamente e socialmente più sicuri. Si tratta di situazioni aggiuntive che servono da deterrente, con risultati che possono variare dal sufficiente all’ottimo, ma che senza l’intervento incisivo a cui abbiamo assistito per ben due volte in cinque mesi e che punta a destrutturare un sistema criminoso, rischiano di essere depotenziati».
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