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Livorno, divieto di dimora per i rapinatori: uno di loro ha due costole incrinate

di Stefano Taglione
Un intervento della polizia in via della Pina d'Oro (foto d'archivio)
Un intervento della polizia in via della Pina d'Oro (foto d'archivio)

Convalidati gli arresti dopo il caos nel minimarket di via della Pina d’Oro. Secondo la versione dei due, muratori della provincia di Pisa, c'è stato un equivoco e volevano pagare le bottiglie di birra

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LIVORNO. Sarebbero arrivati a Livorno dalla provincia di Pisa, dove abitano. Poi, probabilmente ubriachi, hanno fatto a botte con il titolare e il dipendente di un minimarket di via della Pina d’Oro, alle porte del centro della città, venendo arrestati per rapina dopo aver portato via una decina di bottiglie di birra. Nuovi particolari dopo l’udienza di convalida dell’arresto messo a segno nella tarda serata di giovedì 20 novembre dai poliziotti delle volanti, al termine della quale il ventisettenne Aklaoui Younes e il ventinovenne Abderrahmane Jamaa, entrambi marocchini, sono stati colpiti dalla misura cautelare del divieto di dimora a Livorno.

Le ferite

Un episodio che ha destato molto scalpore in città. Jamaa, secondo quanto emerso, si è presentato davanti al giudice per le indagini preliminari con due costole incrinate e un occhio pesto. E anche l’amico ha riportato lesioni. Le conseguenze, evidentemente, di quanto accaduto all’interno del punto vendita a ridosso di piazza della Repubblica. Il responsabile del negozio Saidul Islam, o comunque il commesso accorso poco dopo in suo aiuto, nel corso della colluttazione si è difeso. Poi la fuga dei due nordafricani, difesi dagli avvocati Paola Ciulli e Massimo Chiezzi. «Inizialmente avevano preso solo una bottiglia e una lattina di birra – le parole di Islam al Tirreno – e ho cercato di fermarli perché appunto mi stavano derubando. Mi sono posizionato davanti alla porta d’ingresso, chiudendola e chiedendo loro: “Cosa avete preso qui dentro?”. Poi mi hanno picchiato: ho forte dolore al naso, dovrò tornare in ospedale, mentre nel frattempo è arrivato un mio dipendente per aiutarmi ed è stato anche lui aggredito: ha forti dolori alla testa. Alla fine hanno rubato un totale di circa dieci bottiglie, almeno così ho ricostruito. Ringrazio la polizia che è riuscita ad arrestarli».

La versione della difesa

Secondo i due, che in aula assistiti da un interprete hanno deciso di rendere la loro versione dei fatti, si sarebbe invece verificato un equivoco, dal momento che avrebbero voluto pagare. Quanto accaduto, fra l’altro, ha fatto perdere loro un’opportunità di lavoro, dato che il giorno sarebbero dovuti andare a Piombino per operare come muratori.

La convalida

L’arresto, lunedì 24 novembre, è stato convalidato. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto per entrambi il divieto di dimora a Livorno. Una misura cautelare possibile in quanto entrambi abitano in provincia di Pisa e avevano raggiunto la nostra città quella sera, per poi rendersi protagonisti del violento episodio di via della Pina d’Oro. Ad arrestarli, dopo la fuga, i poliziotti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico insieme ai militari della guardia di finanza, impegnati nel controllo della “zona rossa” della vicina piazza della Repubblica. Saidul e il suo dipendente, grazie ai volontari della Misericordia di via Verdi, sono stati poi soccorsi e accompagnati in codice giallo – il secondo livello più alto dell’emergenza-urgenza sanitaria – all’ospedale di viale Alfieri.

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