Il Tirreno

Livorno

Sos furti

Porta via 20mila euro a un’anziana: scatta l’arresto-bis per il truffatore - Chi è

di Stefano Taglione
Un'anziana truffata durante una denuncia ai carabinieri (foto d'archivio)
Un'anziana truffata durante una denuncia ai carabinieri (foto d'archivio)

Il quarantatreenne campano era già in carcere per un analogo episodio ed è accusato del raggiro dopo le indagini dei carabinieri

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. La polizia lo aveva già arrestato a inizio agosto dopo aver truffato un’anziana: era arrivato a Livorno in treno per poi salire su un taxi diretto in via Pietri, nella zona di San Jacopo. Dopo aver fallito un primo raggiro, infatti, non si era dato per vinto, derubando una signora con la scusa del figlio coinvolto in un incidente stradale e portandole via 40mila euro di gioielli. Poi, tornato in stazione, è stato colto in flagrante dalla Squadra mobile con il marsupio pieno di monili, consegnati senza opporre resistenza, e portato in carcere. A distanza di quasi due mesi per il quarantatreenne campano Raffaele Raucci è scattato un nuovo arresto, che lo conferma alle Sughere: questa volta sono stati i carabinieri della Compagnia di Livorno, che stavano già indagando su di lui, a inchiodarlo. Avrebbe truffato un’ottantenne portandole via 20mila euro di oro e preziosi. Probabilmente, come nel caso scoperto dagli agenti coordinati dal vicequestore Riccardo Signorelli, era guidato da un call center che, via telefono, ingannava gli anziani dicendo loro che di lì a poco da casa sarebbe passato un carabiniere per ritirare la somma necessaria a evitare i guai per il parente coinvolto nel sinistro fasullo. Un truffatore, purtroppo, non un militare dell’Arma.

La ricostruzione

«L’episodio – spiegano i militari dell’Arma – risale a qualche tempo fa, quando l’anziana era stata contattata telefonicamente da uno sconosciuto che, spacciandosi per maresciallo dei carabinieri, l’aveva convinta a consegnare denaro e gioielli per un presunto incidente stradale causato dal nipote. Per rendere la messinscena ancora più credibile la vittima aveva ascoltato al telefono la voce piangente di un ragazzo che implorava aiuto economico. Poco dopo, alla porta della donna si era presentato un complice che aveva ritirato quanto richiesto: un bottino del valore complessivo superiore a 20mila euro». Solo successivamente la pensionata aveva compreso di essere caduta in una trappola. Immediatamente sono scattate le indagini dei militari che, attraverso testimonianze e l’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a ricostruire i movimenti del truffatore e a individuarlo. La procura, considerata la gravità dei fatti e i precedenti penali dell’uomo, ha chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la misura cautelare più severa, eseguita dai militari nelle scorse ore. «L’operazione – concludono gli investigatori, che hanno agito con la Compagnia di Livorno, comandata da poche settimane dalla capitana Federica Burzio – rientra nel quadro delle attività di prevenzione e contrasto che l’Arma conduce quotidianamente per tutelare in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione, come gli anziani, troppo spesso presi di mira da truffatori senza scrupoli».

I consigli

È un reato odioso quello delle truffe agli anziani, recentemente inasprito nelle sue pene dal Decreto sicurezza. Odioso perché le vittime rappresentano le fasce deboli della popolazione. Odioso anche perché dopo essere stati raggirati, molto spesso, i nostri “nonni” rischiano di beccare improperi dai familiari, provando un senso di vergogna infinito che aggrava il furto e la violazione del proprio domicilio. Ingiusto, senza dubbio, perché chi agisce è un professionista che fa leva sull’emotività e spesso coglie nel segno, anche grazie a una raccolta di informazioni capillare per raggiungere l’obiettivo. I carabinieri e le altre forze dell’ordine – che insieme alle associazioni organizzano incontri per mettere in guardia la popolazione – hanno ricordato anche nel recente passato che «non prendono mai contatto diretto con le persone per chiedere soldi e la cosa giusta da fare in casi simili è telefonare al 112».

I precedenti più gravi

Buttare giù la cornetta e mai aprire la porta, perché una volta che i malviventi sono nell’appartamento è difficilissimo riuscire a evitare spiacevoli conseguenze, anche fisiche, visto che proprio nel marzo scorso un novantottenne livornese è stato aggredito e spinto a terra nella sua casa di via Galileo Ferraris dai banditi che lo avevano raggiunto spiegandogli che il nipote doveva pagare al più presto delle tasse. Undicimila euro il bottino che gli è stato sottratto in quell’occasione, con la polizia di Stato che sta indagando per dare un volto e un nome al rapinatore. Ma non più tardi di qualche giorno fa un tragico epilogo è stato sventato da una coppia di anziani livornesi di 81 e 79 anni alla Cigna: un uomo, in questo caso forse straniero, è riuscito a introdursi a casa loro fingendo di essere un tecnico del gas, lamentando una perdita. Il suo arrivo non è stato preceduto da telefonate, si è presentato semplicemente alla porta. Poco dopo la soglia dell’appartamento, e qui per fortuna i due si sono accorti del potenziale raggiro che già stavano comunque intuendo, ha spruzzato dello spray al peperoncino tentando di stordirli e di rapinarli, ma è stato buttato fuori. Non riuscendo, fortunatamente, a rubare alcunché. l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Attenzione automobilisti

Fi-Pi-Li, dal 2 ottobre c’è un nuovo autovelox: telecamera ultramoderna per aumentare le multe – Dove sarà posizionato

di Danilo Renzullo

Gaza

Pisa, il professore contestato dai pro Pal torna in aula: "Mi scuserò con i miei studenti"