La tragedia
Livorno, sesso in pubblico sugli scogli: «Niente a che vedere col naturismo»
L’area del Sassoscritto è stata individuata come zona per il nudismo con una delibera del 2019 della giunta Nogarin. Il presidente della federazione naturisti: «La nudità non deve essere necessariamente associata al sesso»
LIVORNO. «Non dobbiamo per forza associare la nudità al sesso. E certi comportamenti non hanno niente a che fare con il naturismo». Gabriele Rossetti è il presidente della Federazione naturista italiana (Fenait) oltre che consigliere di Anita, associazione naturisti italiani, e spiega come, in Italia e in Toscana, funzionano le aree dedicate al nudismo, tra cui figurano anche gli scogli del Sassoscritto. Quelli, cioè, su cui domenica scorsa due bagnanti sono stati filmati da un passante (che aveva l’intenzione di denunciare una situazione considerata di degrado) durante un amplesso all’aria aperta e alla presenza di altre persone.
La normativa
«Questi atti – ribadisce Rossetti – sono estranei alla cultura del naturismo». Che prevede sì la nudità, ma non il sesso in pubblico. Quest’ultimo (identificato come “atti osceni in luogo pubblico”) va a costituire un illecito amministrativo punibile con una sanzione che va dai 5.000 ai 30.000 euro. Con pene più gravi se gli atti sono commessi in zone abitualmente frequentate da minori. È d’altra parte capitato che il nudismo – come spiega Rossetti – sia stato considerato alla stregua di un atto contrario al pudore, anche questo punibile con una sanzione che parte dai 5.000 euro. Tanto che «all’Anita c’è un fondo di solidarietà per il pagamento delle spese legali agli iscritti. Ci sono state però sentenze della Cassazione che hanno cambiato la prospettiva di liceità e da quel momento di multe ce ne sono state poche. O comunque, a noi non sono arrivate segnalazioni».
I “patti” con i Comuni
Non esiste, d’altra parte, una normativa nazionale che identifichi e, in qualche modo, regolamenti la pratica del naturismo. Ci sono aree che, col tempo, sono diventate tali “per convenzione”. E ci sono zone che invece sono state individuate tramite un atto comunale. È questo il caso, per esempio, di San Vincenzo col Nido dell’Aquila. Ed è anche il caso di Livorno dove a destinare «ad aree libere per la pratica del naturismo/nudismo la scesa a mare ubicata in direzione sud subito dopo il ponte di Calignaia e della zona relativa alla discesa 12 del Sassoscritto (denominata Punta del Miglio)» è stata la giunta dell’allora sindaco Filippo Nogarin con una delibera ad hoc risalente all’aprile del 2019 e ancora valida.
La mappa
Sul sito dell’associazione Anita, d’altra parte, le spiagge dedicate al nudismo sono mappate. Oltre a quelle appena menzionate, risulta zona per naturisti anche una spiaggia a Marina di Bibbona che, in realtà, è al confine con Marina di Castagneto. Inoltre, a quanto risulta, nell’elenco vanno aggiunte anche Buca Rossa a Piombino e Acquarilli a Capoliveri, all’isola d’Elba. In tutto questo a separare il naturismo da atti come quelli registrati di recente al Sassoscritto, secondo Rossetti, non c’è solo una linea ma una vera e propria «trincea. Il naturismo non prevede ostentazione né esibizionismo. È tutta un’altra cosa».
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