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«Preso a calci e pugni al Boccaccio»: chiesta una perizia. I tre indagati sono tutti di Livorno

di Stefano Taglione
Il Boccaccio Club (foto d'archivio)
Il Boccaccio Club (foto d'archivio)

Per i giovani labronici la procura aveva già chiesto il processo: il ragazzo soccorso con «un’infrazione alle ossa nasali, la contusione al rachide e contusioni alla mano e al polso destri», con una malattia «superiore ai 40 giorni»

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LIVORNO. Una perizia per valutare il danno subìto dalla vittima e le relative responsabilità finalizzate a risarcire il danno. È stata chiesta dalla giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pisa, Nunzia Castellano, all’ultima udienza per fare luce sul presunto pestaggio avvenuto al “Boccaccio Club” di Calcinaia, in provincia di Pisa, il 14 aprile del 2023 ai danni di un ragazzo livornese, che oggi ha 23 anni. La procura aveva già chiesto il processo per i tre giovani labronici ritenuti, dall’accusa, responsabili di quanto accaduto. Avrebbero, stando a quanto denunciato ai carabinieri, accerchiato e picchiato l’allora ventenne con calci e pugni, provocandogli – si legge negli atti – «un’infrazione alle ossa nasali, la contusione al rachide e contusioni alla mano e al polso destri», con una malattia «superiore ai 40 giorni». Gli indagati sono il ventunenne barista Matteo Taddei, il coetaneo Manuel Tampucci e il ventenne Nicola Scottu. Per tutti, l’accusa, è lesioni personali aggravate.

Il fatto

L’aggressione sarebbe avvenuta nel complesso “Torretta White”, il “Boccaccio Club” appunto, precisamente nel locale “Vibe”. Sono le 4 di notte del 14 aprile di due anni fa. La vittima, che oggi ha 23 anni, è stata colpita – si evince sempre dagli atti – con «calci al petto e sulle gambe e con pugni alla testa e al collo». Il motivo? «La gelosia per via di una ragazza», aveva spiegato lo stesso ragazzo picchiato, assistito come parte civile dall’avvocata Angie De Santi Simonini e dalla collega Daniela Bilotti, nella querela presentata all’epoca ai carabinieri della stazione di Livorno centro. La dimissione dall’ospedale Lotti di Pontedera, dov’era stato portato in ambulanza, avvenne con 12 giorni di prognosi, col braccio destro ingessato. «Perché mi hai tirato una pedata?», gli avrebbe chiesto, prima di pestarlo, uno dei tre. Un pretesto, secondo la vittima, visto che nel corso della serata non ci sarebbe mai stato alcun contatto fisico fra i quattro. «Guarda ti stai sbagliando, non ti ho tirato nessuna pedata», la pronta risposta, con l’obiettivo di non scaldare gli animi e riportare subito la quiete. Dopo, però, secondo l’accusa si sarebbe scatenata la violenza: pugni e calci dopo averlo accerchiato nel locale, con l’immediato arrivo degli addetti alla sicurezza della discoteca che allontanano gli aggressori e chiamano il 112, con l’arrivo dei militari dell’Arma e dei soccorsi.

La prossima udienza

Nella prossima udienza verrà effettuato il conferimento dell’incarico al consulente tecnico d’ufficio per l’accertamento chiesto dal tribunale pisano. La nomina ci sarà all’inizio di settembre. 

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