Per i disabili il mare a Livorno resta un miraggio: spiagge libere (quasi) proibite tra barriere e servizi carenti
Bene solo i 3 Ponti. Fabrizio Torsi (coordinatore Tavolo delle disabilità): «Costretti andare ai bagni oppure fuori città»
LIVORNO. Spiagge proibite (o quasi) per i disabili livornesi. Con la carrozzina l’unica scesa al mare accessibile fino al mare, con sedie job e altre attrezzature inclusive, sono i Tre Ponti. Poi stop: o si è costretti ad andare e pagare per gli stabilimenti balneari, oppure il mare libero per i diversamente abili è un miraggio. «Andare al mare non significa solo arrivare a riva e mettere i piedi in acqua. C’è molto di più. Per le persone disabili è necessario un vero progetto di inclusione per accedere alle spiagge e a Livorno manca», le parole di Fabrizio Torsi, presidente di In associazione, e coordinatore del tavolo della disabilità della Consulta delle associazioni del Comune.
Miraggio accessibilità
L’accessibilità alle spiagge pubbliche cittadine per le persone disabili non è all’ordine del giorno. In parte per la morfologia del nostro territorio, è vero (pensiamo soprattutto al Romito). Ma anche laddove potrebbero esserci, mancano invece i servizi essenziali per permettere l’accesso alle persone disabili. In special modo quelle con carrozzina e chi ha problemi di deambulazione. A Livorno l’unica spiaggia accessibile, dotata di passerella e di sedia da mare job è quella dei Tre Ponti. Le altre scese al mare pubbliche non sono su misura di persona disabile. Non lo è la spiaggia del Sale di Antignano, dove non c’è una passerella adatta per i mezzi dei disabili. Indisponibile anche Calalonga, ancora Antignano: ha una discesa che porta alla spiaggia, ma arrivi alla fine e ti trovi tra pietre, legni e detriti portati dal mare. Non va meglio allo Scoglio della Ballerina, dove non c’è neanche uno corrimano e si scende solo con una scala a gradini. E al Romito, per forza di cose, neanche si parla. Alle varie scese al mare della Rotonda si arriva con la scala; meglio il gabbiano: arrivi giù. Ma poi? Non è attrezzato. C’è la discesa anche alla Vela: vai giù, magari in carrozzina, e ti ritrovi in mezzo a legni, pietre, detriti. Stessa cosa agli scogli dell’Accademia. La strada dell’inclusione vera è ancora lunga.
Costretti sui bagni
«I Tre Ponti restano l’unica spiaggia accessibile - spiega Torsi- Ma durante la Biennale del mare, affrontando la questione insieme agli assessori Viola Ferroni e Andrea Raspanti (assessori al Demanio marittimo e al Sociale), si è detto di rendere accessibile la spiaggia dei cani e la Vela». Resta il fatto che ad oggi, chi non vuole andare ai Tre ponti, è costretto a pagare un biglietto per godersi il mare. «Negli stabilimenti balneari l’accesso ci è sempre consentito, e sono sempre molto gentili. All’interno dei bagni ci sono le sedie jobs. Il problema, qua, è che si è vincolati al cemento».
Si va fuori Livorno
E chi non vuole andare a pagamento e neanche ai Tre ponti? Torsi racconta: «In tanti vanno a Vada, alla Mazzanta. Oppure si va a San Vincenzo, dove c’è una struttura per noi accessibile. È stato fatto un bellissimo lavoro anche a Donoratico. Ma non tutti possono andarci». Il modello Donoratico a Livorno è complesso da attuare, ma non impossibile: «A Donoratico si arriva con la macchina, ognuno con il proprio tagliandino, e si parcheggia sotto una tettoia, all’ombra -la struttura-. Si ha la possibilità di scendere comodamente, dato che tra una macchina e l’altra c’è un camminamento in legno. E scesi dalla macchina, i camminamenti ti portano direttamente sull’arenile. E il bagno è tutto attrezzato appositamente».
Sistema mare da rifare
Ma il problema del mare, per le persone disabili, è più complesso del mero arrivo in spiaggia. Torsi questo lo vuole evidenziare. Vuole fare d amplificare a disagi che esistono. E di cui se ne parla troppo poco. «Posso anche andare all’arenile, ma se non ho il bus che mi ci porta, che faccio? Un altro problema è che spesso gli stalli sul mare per le persone disabili non sono sufficienti. O il percorso per andare verso il mare è pieno di barriere architettoniche. Il tema dell’accesso al mare per le persone disabili deve andare dall’acquisto del costume fino a quello del dopo-sole». Sui parcheggi, il presidente specifica che «con l’assessora Cepparello stiamo cercando di creare stalli che possano essere usati da tutti. Non solo per il passeggero, ma anche per chi guida il furgone, che spesso ha un sollevatore esterno che è ingombrante». L’idea di Torsi, è quella di non fare strutture separate ad hoc per i disabili. Costruendo architetture accessibili a tutti, sia nei wc pubblici che in quelli privati, si agevola l’intera cittadinanza. «Tante cabine sono per normodotati nei bagni, e poi ce ne sono un tot per i disabili. Ma se fai la cabina con un ingresso largo 90 centimetri invece che 50, ci si guadagna tutti». La Consulta che Torsi coordina, insieme al Comune «ha chiesto a diversi locali di mettere la terrazza esterna rasoterra in modo che possano passarci anche i disabili. Inutile poter entrare nel locale se non possiamo stare all’esterno, d’estate. Anche noi abbiamo il diritto di goderci gli spaghetti alle vongole dopo essere stati al mare». Torsi lancia un appello: «Manca un tavolo compartecipato dove siano tutte le figure coinvolte. Il Comune può fare anche tutto, ma al tavolo devono stare anche i vigili urbani e i commercianti». Il presidente chiude: «Andare al mare deve essere un piacere, ma viste le condizioni a cui dobbiamo sottostare tante persone non ci vanno».
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