Livorno, muore a 48 dipendente della libreria Giunti: «Un grande esempio di vita»
La famiglia di Scilla Camici ringrazia il reparto delle cure palliative: il funerale al cimitero della Misericordia
LIVORNO. Combatteva contro un tumore dal 2018: «La figlia Viola, più di ogni altra cosa, gli ha dato la forza di andare avanti». È lutto in tutta la città per la scomparsa di Scilla Camici, 48 anni, dipendente dal 2000 della storica Libreria Giunti di via Grande, in pieno centro, lavoro che ha dovuto lasciare l’anno scorso a causa della malattia.
La tragedia ha scosso enormemente Livorno, dove la donna era molto conosciuta, non solo per il suo impiego a contatto col pubblico. Lascia, oltre alla figlia Viola, il compagno Marco Casabona, mamma Tamara, babbo Giuliano, la sorella Dominique Camici e il cognato Dario Talini, direttore generale della Cna provinciale. «Era una persona veramente fuori dagli schemi – il ricordo del dirigente della sezione labronica della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa – perché era di una bontà e di una solarità incredibile. Negli ultimi giorni in cui faceva fatica a parlare, solo per fare un esempio, mandava baci. Era favolosa. Nella libreria aveva iniziato a lavorare molto giovane, appena trascorsi i 20 anni. Era un’istituzione, tutti la conoscevano».
«Era una persona davvero speciale – così ricorda la sorella Dominique, moglie di Talini – che non poteva non entrare nel cuore di chi la incontrava. Ha combattuto come leonessa fino alla fine, con un grande coraggio, un amor proprio senza eguali e una dignità incredibile, sempre con il sorriso fra le labbra. È l’insegnamento più grande che ci lascia Scilla. Sua figlia Viola, più di ogni altra persona, le ha dato la forza di andare avanti per tutti questi anni. Mia sorella è stata un grande esempio di vita, ci insegna tante cose».
Fra le passioni più grandi, oltre all’amore incondizionato per la famiglia e la nipotina, la cucina. «Era bravissima fra i fornelli – prosegue Dominique – e sicuramente, cucinare, era una delle sue più grandi passioni. Una passione prima sognata, poi inseguita a lungo e infine concretizzata. Lo amava fare davvero». Il lavoro in via Grande l’ha lasciato solo all’ultimo, nell’agosto dell’anno scorso, proprio a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, aggravatesi sempre di più fino agli ultimi giorni, «in cui non potendo più parlare mandava a noi tutti i baci», rimarca Talini. La donna, nata e cresciuta a Livorno, lascia un vuoto incolmabile. È stata assistita, in modo impeccabile, dal personale delle cure palliative dell’ospedale di viale Vittorio Alfieri. Che la famiglia vuole ringraziare: «Un grosso ringraziamento – prosegue la sorella Dominique a nome di tutti i parenti più stretti – al reparto di cure palliative, in particolare al dottor Cei, la dottoressa Cardone, il dottor Passaretti e l’operatrice socio-sanitaria Matteini».
Quattro persone che rappresentano tutto il dipartimento ospedaliero che Dominique vuole ringraziare per come si è preso cura dell’amata sorella. Il funerale sarà celebrato oggi pomeriggio, lunedì 30 giugno alle 17, al cimitero della Misericordia di viale Boccaccio. La camera ardente sarà visitabile a partire dalle 9.