Diabete nei bimbi, casi in crescita: «Un ricovero al mese in ospedale a Livorno». I segnali da non sottovalutare
Agli Spedali Riuniti seguiti in autonomia 72 pazienti di età compresa tra 3 e 18 anni. I consigli dei primari Roberto Danieli (Pediatria) e Graziano Di Cianni (Diabetologia)
LIVORNO. Il diabete non è una malattia solo “da nonni”. All’ospedale di Livorno si registra quasi un ricovero al mese di bambini con diabete di tipo 1. Roberto Danieli, primario della Pediatria degli Spedali Riuniti, spiega che il diabete è la più frequente endocrinopatia (malattia delle ghiandole endocrine) dell’infanzia e, a differenza del diabete adulto, riconosce come causa un deficit assoluto di insulina. «È dimostrato che l'incidenza di questa malattia aumenta del 3,6 per cento ogni anno – sottolinea – . Siamo quindi di fronte a quella che possiamo iniziare a definire quasi una pandemia. In Toscana ci sono 90 nuovi esordi ogni anno di diabete pediatrico e nel 40 per cento dei casi, a differenza di quanto avviene nell’adulto, l’esordio della malattia avviene con la cosiddetta chetoacidosi, cioè una condizione di squilibrio metabolico totale del bambino che richiede un ricovero ospedaliero».
La Pediatria dell’ospedale di Livorno segue oggi 72 bambini con diabete di tipo 1 con il reparto di Diabetologia, guidato dal primario Graziano Di Cianni con la preziosa collaborazione della dottoressa Francesca Pancani: il più piccolo dei pazienti ha 3 anni e mezzo, il più grande 18. «Il diabete di tipo 1 è una malattia che impegna sia dal punto di vista medico – spiegano Danieli e Di Cianni – perché nella gestione terapeutica vanno costantemente integrate le tre componenti della terapia, quindi l’attività fisica, la somministrazione di insulina e la dieta, ma anche dal punto di vista psicologico perché la patologia impatta, nella maggior parte dei casi, o su bambini molto piccoli oppure su adolescenti. E impatta non solo sul loro equilibrio psicologico, come tutte le malattie croniche, ma anche sulla famiglia. Proprio per questo, l’approccio ai pazienti è di tipo medico-intensivo all’esordio, ma poi è necessario un follow up che dura tutta la vita e, per questo, ci vuole un approccio multidisciplinare: in pratica serve un’equipe composta dal pediatra diabetologo, dallo psicologo come la dottoressa Beatrice Cauteruccio, dal dietologo come la dottoressa Alice Barale e dall’infermiera dedicata al team diabetologico pediatrico, Stefania Gobbi».
Oggi gli Spedali Riuniti – anche grazie alla collaborazione con il reparto di Diabetologia – sono un centro che agisce in autonomia e che riesce quindi a gestire da solo i nuovi esordi di casi di diabete pediatrico e il successivo follow up, pur mantenendo ottimi rapporti con l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze e l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. «Di recente è migliorata la gestione dei pazienti – evidenziano i primari – anche perché si basa sull’utilizzo di sempre nuove tecnologie. E oggi, ad esempio, l’80 per cento dei nostri pazienti utilizza microinfusori di insulina di ultima generazione».
E tornano anche quest’anno i campi scuola per bambini e adolescenti diabetici e per le loro famiglie. «È un importante momento di sensibilizzazione, comunicazione per loro e per imparare la gestione familiare – spiega Eleonora Dati, responsabile del servizio Diabetologia pediatrica dell’ospedale di Livorno – . Tutti insieme, soprattutto in campeggio, per stare a contatto con la natura, fare sport, attività all’aria aperta, e per imparare, con l’aiuto di medici e psicologi, a gestire questa patologia cronica e superare i problemi di convivenza».
La giunta regionale, infatti, ha rinnovato i finanziamenti, in totale 170 mila euro, per sostenere anche per il 2025 i progetti di ospedale Meyer, Asl Toscana nord ovest (di cui la Pediatria livornese è centro di riferimento) e Asl sud est.
Ma quali sono i segnali da tenere sotto controllo nei bambini anche molto piccoli? «Si tratta di bambini che fanno pipì molto spesso – concludono Danieli e Di Cianni – . Di solito dimagriscono, a volte l’esordio coincide con dolori addominali, anche se il sintomo caratteristico è quello che noi chiamiamo poliuria: l’eccessiva produzione di urina e quindi hanno molta sete per compensare. A questo, come detto, solitamente si associa anche un dimagrimento. I segnali ci sono e, se correttamente interpretati, sono visibili. In questo caso è fondamentale rivolgersi in prima battuta al pediatra di base e la diagnosi, tutto sommato, è semplice».
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