Influenza, a Livorno è boom di contagi: quanto dura e i due consigli principali
Il monito dei medici: «In ospedale solo per le emergenze». E l'altro sull’uso dei farmaci. Nei bambini funziona il vaccino spray-nasale
LIVORNO. Buona parte dei livornesi è a letto con l’influenza. La tanto temuta variante australiana (virus H3N2) ha “ingranato la marcia” (seppur con un po’ di ritardo rispetto ai pronostici) e ora siamo nella fase clou con un boom di contagi che colpiscono sia gli adulti che i bambini. E così i telefoni dei medici di famiglia e dei pediatri sono presi d’assalto.
Massimo Angeletti, segretario provinciale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Livorno e coordinatore dei medici di famiglia cittadini, lancia un appello ai livornesi: «C’è un utilizzo spropositato dei pronto soccorso. Rivolgetevi alla medicina territoriale, non intasate l’ospedale se non è un’emergenza».
Il quadro
«Dalle chiamate che riceviamo e dalle visite che facciamo in ambulatorio e anche dalle richieste di consigli telefonici, essendo una patologia benigna e che ha un’autorisoluzione spontanea nel 99,9 per cento dei casi, possiamo affermare che ora siamo nel momento clou – sottolinea Angeletti – . L’influenza ha un’evoluzione abbastanza rapida, comunque variabile da persona a persona. In ogni caso i sintomi sono quelli tipici un po’ di tutte le forme influenzali: congestione nasale, tosse, febbre alta (sopra i 38° C, ndr) che dura tre-quattro giorni, dolori muscolari e articolari, senso di spossatezza e mal di testa».
Il nodo vaccini
C’è poi un altro aspetto che Angeletti sottolinea: a Livorno il numero di vaccini antinfluenzali resta basso. «Purtroppo qui, in città, continuiamo a registrare percentuali di vaccinati inferiori rispetto al resto della regione – prosegue il medico – e questo si concretizza, nel momento del picco influenzale, in un numero maggiore di malati e anche in una patologia un po’ più severa, anche se benigna. Teniamo conto, infatti, che il vaccino immunizza spesso, ma talvolta, se proprio non impedisce di contrarre l’influenza, comunque la riduce notevolmente sul fronte dei sintomi. Tant’è vero che le persone che vedo ammalarsi più frequentemente sono quelle nella fascia media: in altre parole chi non si è vaccinato e chi ha una maggiore vita sociale. In questo caso, dunque, c’è una trasmissione più frequente rispetto agli anziani che hanno invece una vita sociale più ridotta». A Livorno, si è vaccinato circa il 55 per cento degli over 65, la fascia d’età a cui è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale. «Ma dovremmo puntare a percentuali più alte», sottolinea il segretario p della Fimmg.
No agli antibiotici
E al di là dell’immunizzazione, il primo consiglio da seguire semplice: evitare l’uso di antibiotici. «Le ultime comunicazioni in questa direzione, anche a livello ambulatoriale, stanno ottenendo un buon effetto, ma ancora vediamo qualcuno che assume l’antibiotico al primo segno di influenza come se fosse un antifebbrile – aggiunge Angeletti – . E questo è da evitare per il fatto che il virus è totalmente insensibile agli antibiotici, dunque il loro uso è inutile. La terapia da seguire è esclusivamente di supporto: paracetamolo, antinfiammatori, idratarsi abbondantemente, stare a riposo e aspettare che l’influenza faccia il suo percorso naturale che è quasi sempre benigno e non provoca altro se non un po’ di disagio per i sintomi».
L’allarme
Da qui l’appello dei medici di famiglia ai livornesi. «C’è un utilizzo spropositato del pronto soccorso per l’influenza– evidenzia Angeletti – . Rivolgersi all’ospedale non solo intasa un servizio che dovrebbe essere riservato soltanto alle emergenze e ai casi gravi, ma rischia di creare una diffusione ancora maggiore del virus perché c’è una concentrazione all’interno delle sale di aspetto di malati che starnutiscono e tossiscono, diffondendo a tutti una patologia che, per quanto benigna nella maggior parte dei casi, può diventare severa per pazienti gravemente compromessi o con pluripatologie. Per questo l’accesso al pronto soccorso deve essere evitato, salvo i casi di emergenza. In caso di necessità i pazienti possono rivolgersi al proprio medico di famiglia, andando in ambulatorio nelle ore dedicate; noi, dal canto nostro, continuiamo a visitare a domicilio le persone molto anziane e con patologie gravi. Insomma, affidiamoci alla medicina territoriale».
I più piccoli
E mentre galoppano i contagi tra gli adulti, il picco non è ancora stato raggiunto, invece, tra i più piccoli. «Dopo le festività natalizie, abbiamo visto un aumento dell’influenza tra i bambini – sottolinea Paolo Biasci, segretario regionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) – . È vero, siamo in una fase in cui i casi sono in aumento rispetto a un mese fa, ma ancora non abbiamo raggiunto il picco. Va ricordato, però, che le lezioni sono riprese da pochi giorni. Quest’anno, poi, abbiamo registrato un numero maggiore di immunizzazioni tramite il vaccino».
«Per la prima volta abbiamo somministrato il vaccino spray-nasale che la Regione ci ha messo a disposizione, semplicissimo da somministrare e gradito alle famiglie e ai anche ai più piccoli – conclude Biasci – . È evidente che il vaccino ha funzionato bene perché i casi di influenza sono ancora abbastanza contenuti».
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