Da Livorno a Parigi, l'agente immobiliare-artista Dario Petrucci riporta Modì nella capitale francese
L'artista: "L’omaggio che da tanti anni faccio a Modigliani è un atto d’amore"
LIVORNO. Non si definisce artista, ma porta nel cuore Amedeo Modigliani fin da quando era bambino. Dario Petrucci è a Parigi per inaugurare la sua mostra fatta di copie dei quadri dell’artista livornese che ha appena aperto i battenti. L’appuntamento è in rue Guillaume 23, Arrondissement Arch de Triomphe presso il ristorante “La Rosa”, dove fino a tempo non definito sarà possibile vedere otto opere realizzate dal creativo livornese che sono omaggi al genio di Dedo. Perché mai realizzare delle copie di Amedeo Modigliani? «È cominciato tutto nella seconda metà degli anni ’90 – spiega - intorno al 1996-97, quando per passione ho iniziato a fare questi quadri senza il minimo intento di esporli. Pensavo di tenerli per me ed era un modo per reagire al silenzio che è regnato a Livorno per tanti anni sulla figura di Modigliani. Nutrivo un senso di rivalsa e insieme dispiacere per il modo in cui veniva trascurato. Nelle mie opere cerco di ricalcare il più possibile quelle di Modì; con il tempo qualcuno le ha notate e sono stato coinvolto in alcune iniziative, come in Villa Fabbricotti o a Effetto Venezia». Perchè Parigi? «Grazie all’invito di Emiliano Marzini, un amico livornese che vive e fa lo chef a Parigi. Ha apprezzato le mie opere e mi ha proposto di esporle nel suo ristorante, che si chiama La Rosa in omaggio all’omonimo quartiere di Livorno, dove lui è cresciuto. La mostra sarà visitabile gratuitamente e non abbiamo stabilito una data di chiusura».
«Con questi lavori voglio dare l’illusione di essere avvolti dall’insieme delle sue opere. Come ha ben descritto l’amico Dario Ballantini, l’omaggio che da tanti anni faccio a Modigliani “è un atto d’amore che intende perpetrare la memoria del mitologico pittore livornese”. Le mie opere non sono semplici copie, si percepisce l’affetto con cui le ho realizzate». Petrucci si definisce «Un autodidatta, un appassionato di arti in generale. Oltre a dipingere, suono la chitarra acustica». E tutto è nato grazie alla sua famiglia. «Sono cresciuto in ambienti dove si respirava arte e cultura. Nel 1984, avevo 6 anni, mia madre mi portò a vedere il dragaggio dei fossi alla ricerca delle teste di Modì. Ne rimasi colpito. Poiché frequentavo il laboratorio di mio zio Maurizio Petrucci in via Ernesto Rossi, cominciai a prendere dimestichezza con i ferri del mestiere. Così sono andato avanti». Petrucci realizza anche altre opere. «Faccio ritratti e ho realizzato anche delle sculture, come quella dedicata allo scrittore Tiziano Terzani. Nella vita faccio l’agente immobiliare, nel tempo libero mi piace dedicarmi all’arte».l