La tragedia
Rino Russo (MarterNeri Spa): «Per incrementare i volumi il porto di Livorno ha bisogno di grandi investimenti»
Il direttore del Terminal fa il punto della situazione su scalo, Darsena Europa e prospettive future
LIVORNO. MarterNeri S.p.a. nasce dalla fusione di due aziende storiche della logistica portuale, la Neri S.r.l. con sede a Livorno, fondata nel 1920 e la Mar-Ter Spedizioni S.p.a. con sede a Monfalcone, fondata nel 1969. Le principali attività della MarterNeri sono correlate allo sbarco, magazzinaggio in depositi doganali e consegna dei prodotti forestali, metalli e altre rinfuse a clienti di primario rilievo nazionali e internazionali. Grazie alla fusione con Silos, MarterNeri propone inoltre servizi conto terzi per prestazioni di sbarco di navi, stoccaggio in magazzini piani e silos, movimentazione e riconsegna correlata all’importazione di cereali, legumi, semi oleosi, farine e residui della lavorazione di prodotti vegetali e forestali.
Abbiamo chiesto al Direttore del Terminal, il dottor Rino Russo, di esprimere le sue impressioni sulla situazione attuale del Porto di Livorno, sulla Darsena Europa e sulle prospettive future.
Come giudica l’attuale momento del porto di Livorno per quanto concerne i traffici commerciali?
«Il Porto di Livorno, nel primo semestre ha registrato un traffico complessivo di circa 15 milioni di tonn., con un calo del 4%, che potrebbe essere imputato alla crisi nel Mar Rosso che tutti conosciamo e che ha portato diversi armatori di circumnavigare l’Africa, con tempi di transito arrivati a 20 giorni e provocando un’impennata dei costi per la filiera produttiva europea. Il porto labronico sicuramente confermerà il suo standard abituale nella misura di 30 milioni di tonnellate tra sbarchi ed imbarchi che potrebbero corrispondere ad un numero di navi lavorate intorno alle 7000 unità. Per incrementare ulteriormente i volumi, il porto ha bisogno di grandi investimenti, alcuni dei quali già in corso d’opera».
Che impulso può arrivare dalla realizzazione della Darsena Europa?
«La realizzazione di queste grandi opere infrastrutturali darà un maggiore sviluppo al sistema portuale. La Darsena Europa, con due terminal con fondali a 20 metri e con 3 chilometri circa di banchine, oltre all’allargamento del canale di accesso rappresenteranno il fiore all’occhiello del nuovo scalo. Molti armatori, in virtù della presenza di questo terminal, sceglieranno Livorno come primaria base operativa. Questo consentirà al porto di avvicinarsi agli scali marittimi di Rotterdam, Amburgo e Anversa».
Voi siete soprattutto specializzati nella movimentazione e nello stoccaggio dei prodotti forestali, uno dei traffici più importanti per Livorno. Quali prospettive ci sono al riguardo?
«Il traffico dei forestali è uno dei core business del nostro scalo: la movimentazione avviene prevalentemente in break bulk e container, la maggior parte delle navi vengono lavorate al molo Italia accosto 42S e 42N. Nel 2023 abbiamo movimentato circa 1.200 mila tonnellate e per mantenere la posizione di leadership finora ricoperta, è necessario ultimare gli investimenti programmati di carattere logistico infrastrutturale. Avere un magazzino di stoccaggio collocato a fronte banchina, garantirebbe un’elevata efficienza delle operazioni portuali con la riduzione dei tempi sia di sbarco che di imbarco, riducendo notevolmente la manipolazione della cellulosa. Altro elemento importante è quello di programmare investimenti sulle infrastrutture ferroviarie, per consentire la consegna della merce sulle lunghe distanze. Oltre a quanto esposto, è necessario che, per la competizione con gli altri porti, vengano rivisti gli aspetti di tipo organizzativo legati alla qualità e flessibilità dei servizi portuali. Solo attraverso il superamento di questi ostacoli, le prospettive potranno essere più rosee».
Avete ulteriori traffici sui quali state lavorando e per i quali è prevista una possibile crescita?
«È nel nostro dna intuire la domanda di trasporto marittimo sia nazionale che internazionale per valutare gli scenari evolutivi arrivando così alla definizione del contesto di crescita e di altri settori merceologici».