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Livorno, uccisa in bicicletta dal pirata: le caratteristiche del furgone ricercato

di Stefano Taglione

	La vittima e la sua bici
La vittima e la sua bici

Potrebbe essere un muratore l’uomo che ha investito Lucia: gli indizi e la ricostruzione dell’incidente

31 agosto 2024
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LIVORNO. Un furgone col cassone aperto e argentato, di quelli da lavoro, che probabilmente trasportava materiale edile. Con un uomo alla guida.

È l’identikit del “pirata”, e del mezzo che guidava, che il 29 luglio scorso ha travolto in via Mastacchi la livornese Lucia Battaglinila donna morta in ospedale dopo dieci giorni di agonia l’8 agosto a causa delle gravissime ferite provocate dall’incidente. La signora, 72 anni e residente nella zona di Villa Fabbricotti, è stata investita all’altezza delle strisce pedonali vicino all’incrocio con via Pera e via Magnozzi, non lontano da piazza San Marco, mentre era diretta proprio in quella direzione, verso via della Cinta esterna.

Gli indizi

Alcuni testimoni oculari hanno raccontato di aver visto il camioncino edile e la persona alla guida, un uomo, pur non essendo riusciti a memorizzare il numero di targa del mezzo. Forse non saprebbero riconoscerlo, ma questo andrà verificato più avanti, se gli agenti delle sezioni specializzate della polizia municipale – diretti dall’ispettore superiore Marco Vaccai – riusciranno a individuarlo. Ma come? Gli elementi ci potrebbero essere, gli inquirenti – coordinati dal pubblico ministero Massimo Mannucci – non si sono mai fermati e nutrono speranze di risalire al conducente, su cui pendono le accuse di omicidio stradale e omissione di soccorso. In quel punto, purtroppo, non punta nessuna telecamera: né pubblica, né privata, ma nei tratti successivi sì. Il furgone potrebbe essersi diretto verso piazza San Marco, questa almeno è una delle ipotesi, e lì gli impianti di videosorveglianza ci sono.

La ricostruzione

Sono le 7,45 quando avviene l’impatto e, nei minuti successivi, il camioncino continua a circolare. Ovviamente, in questi frangenti, gli “occhi elettronici” privati e comunali lo riprendono. Dai video, si spera, potrebbe emergere il numero di targa e quindi anche la persona alla guida, che – stando alla ricostruzione degli investigatori – a giudicare dal pick-up che usava dovrebbe essere un lavoratore del settore edile, ad esempio un muratore. Qualche testimone lo ha visto, anche se chiaramente la priorità di tutti, in quei concitati momenti, era comprensibilmente quella di soccorrere Lucia.

La settantaduenne, scaraventata a terra dall’urto, non ha mai ripreso conoscenza dopo aver sbattuto la testa sull’asfalto e i volontari della Svs di via San Giovanni, giunti sul posto con un’ambulanza con a bordo il medico del 118, erano riusciti a portarla viva in ospedale, salvandola, dove poi ha lottato con tutta se stessa in terapia intensiva. Purtroppo, dopo dieci giorni dal dramma, il tragico epilogo a causa delle gravissime lesioni alla testa conseguenti dell’incidente. «Se questa persona avesse voluto costituirsi – le parole della sorella di Lucia, Fabiola Battaglini – penso che lo avrebbe già fatto. Non voglio dirgli nulla, sotto ancora choc per la perdita di mia sorella e non voglio dichiarare nient’altro», le sue parole al Tirreno

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