Il Tirreno

Livorno

L’intervento

Rischia di annegare in piscina, il bagnino: «Così ho salvato quel 17enne». Il racconto di quei 2 lunghissimi minuti

di Claudia Guarino

	Gian Carlo Perrotta, delegato Fisa provincia di Livorno
Gian Carlo Perrotta, delegato Fisa provincia di Livorno

Gian Carlo Perrotta (Fisa): «Era come morto, poi è tornato a respirare». L’episodio a Montopoli

23 luglio 2024
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LIVORNO. Era immobile, dopo essere stato recuperato dal fondo della piscina. Non si muoveva, non respirava. L’ha visto lì, a bordo vasca, e non ci ha pensato due volte. «Quel ragazzo era come morto. Sono intervenuto subito. Sono uscito dall’acqua e mi sono precipitato a rianimarlo». L’ha fatto per due, lunghissimi, minuti. Fino a che la persona che aveva davanti – un 17enne residente nella provincia pisana – ha ripreso conoscenza. Gian Carlo Perrotta di professione fa il maestro formatore e insegna ai bagnini come si salvano le vite. Vive a Vicopisano, ma gran parte della sua professione la esercita a Livorno. E domenica pomeriggio era in piscina a Montopoli da bagnante. «Dopo che ha ripreso conoscenza il ragazzo è stato portato al pronto soccorso da un’ambulanza. Che dire: è andata bene, anche se inizialmente era in gravissime condizioni». Ma facciamo un passo indietro.

Il recupero

È domenica pomeriggio e Perrotta – maestro di salvamento e delegato provinciale della Federazione italiana salvamento acquatico di Livorno – era alla piscina Aqualoca di Montopoli. Non era lì per lavoro, ma per proprio conto, con l’intenzione di trascorrere una giornata di svago. Intorno alle 16 un ragazzo comincia a chiedere aiuto perché non vede più riemergere dall’acqua il suo amico. E la sua richiesta viene subito ascoltata. «Il bagnino presente si è tuffato e ha riportato in superficie un ragazzo di 17 anni». Il giovanissimo, posizionato a bordo vasca, è immobile e Perrotta si precipita ad aiutarlo.

Gravi condizioni

Ci sono i bagnini della struttura ma lui, esperto in procedure di questo tipo, decide di mettere a disposizione le sue competenze e inizia con le manovre di primo soccorso. Controlla cioè il torace del ragazzo e, nello stesso tempo, cerca di capire se c’è qualche piccolo movimento. Ma niente. Il giovane non si muove e non respira. «Era in arresto cardiocircolatorio». A quel punto Perrotta, mentre qualcuno provvede a chiamare il 112, inizia le procedure di rianimazione che – racconta – vanno avanti per circa due minuti. «Il giovane era in una situazione gravissima. Cianotico, era come morto».

La rianimazione

Ma il massaggio cardiaco va avanti e pian piano qualcosa cambia: le procedure di rianimazione funzionano. «Dopo circa due minuti ha ripreso a respirare». Anche prima che qualcuno abbia potuto portare un defibrillatore. «Era tornato il battito». Il giovanissimo riprende quindi conoscenza, inizia a muoversi e apre gli occhi. «Non si ricordava niente – racconta Perrotta – ma voleva alzarsi. Gli abbiamo detto di stare tranquillo e che di lì a poco sarebbe arrivata l’ambulanza per portarlo al pronto soccorso». E così è stato. La centrale operativa del 118, che nel frattempo aveva ricevuto la chiamata con la segnalazione, ha inviato alla piscina l’ambulanza con i soccorritori e il 17enne è stato trasportato all’ospedale per essere sottoposto ai necessari accertamenti.

«Forse un malore»

«Probabilmente il ragazzo si è sentito male mentre era in acqua ed è finito sul fondo della piscina, rischiando di annegare. E meno male che il suo amico si è accorto subito di ciò che stava accadendo e ha chiesto tempestivamente aiuto». Anche perché in casi come quello di Montopoli il fattore tempo è essenziale. Quando si verifica un arresto cardiocircolatorio, cioè, è indispensabile iniziare le procedure di rianimazione il prima possibile in modo tale che il cervello non rimanga per troppo tempo senza ossigeno e non riporti, eventualmente, danni permanenti.

«È andata bene»

«Fortunatamente il ragazzo è stato poco tempo sott’acqua». Quando l’amico ha chiesto aiuto l’assistente ai bagnanti della piscina si è infatti tuffato subito. E, una volta che il giovane è stato portato fuori dal bagnino di turno, le procedure di rianimazione messe in atto da Gian Carlo Perrotta hanno permesso al ragazzo di riprendere i sensi nell’arco di un paio di minuti. «Non ho pensato due volte a dare una mano – racconta il formatore –. Ho visto la scena e sono uscito immediatamente dall’acqua». Del resto di salvataggi, in carriera, ne ha fatti parecchi. E l’esperienza accumulata, a Montopoli, è stata utile a scongiurare la tragedia.

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