Due nuove tasse per chi fa acquisti online: i vostri pacchi costeranno di più – Le cifre e le piattaforme interessate
Da una parte la proposta del governo italiano, dall’altra quella dell’Europa: tutti i dettagli
Dal 2026 spedire piccoli pacchi in Italia da Paesi fuori dall’Unione europea potrebbe diventare più costoso. Governo e Bruxelles stanno infatti lavorando a due provvedimenti molto simili, destinati a colpire le spedizioni di valore inferiore ai 150 euro.
In Italia
Nella legge di bilancio 2026 il governo ha inserito una tariffa di due euro per ogni pacco proveniente da Paesi extra‑Ue. L’incasso stimato è di circa 245 milioni di euro l’anno, con una partenza ridotta a 122,5 milioni nel 2026, perché serviranno sei mesi per attivare il sistema di monitoraggio. La riscossione avverrà direttamente alle dogane al momento dell’importazione.
In Europa
Parallelamente, l’Ecofin – il Consiglio dei ministri dell’Economia dell’Ue – ha raggiunto un accordo per introdurre un dazio fisso di tre euro sulle stesse spedizioni. La misura dovrebbe entrare in vigore da luglio 2026 e restare attiva fino a quando non sarà definita una riforma più ampia delle regole doganali.
Obiettivo comune
Sia Roma che Bruxelles puntano a frenare la concorrenza ritenuta sleale delle grandi piattaforme di e‑commerce, come Shein, Temu e Alibaba, che rappresentano la maggior parte delle spedizioni di piccoli pacchi verso l’Europa. Nel 2024, oltre il 90% dei 4,6 miliardi di pacchi entrati nell’Ue proveniva dalla Cina.
Possibili scenari
Se entrambe le tasse entreranno in vigore, resta da chiarire come si coordineranno. È probabile che la tariffa italiana venga assorbita da quella europea, portando a un rincaro complessivo di tre euro per spedizione e non di cinque. In ogni caso, anche se formalmente rivolte ai venditori, le imposte potrebbero riflettersi sui prezzi finali per i consumatori.
