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Identificato nuovo virus mpox: cos’è l’evoluzione del vaiolo dello scimmie

di Redazione web

	Identificato nuovo virus 
Identificato nuovo virus 

A darne comunicazione è stata la UK Health Security Agency (UKHSA), che ha rilevato la presenza della variante in un uomo rientrato da un viaggio in Asia

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Nel Regno Unito è stato identificato un nuovo ceppo del virus mpox, precedentemente noto come vaiolo delle scimmie. A darne comunicazione è stata la UK Health Security Agency (UKHSA), che ha rilevato la presenza della variante in un uomo rientrato da un viaggio in Asia. La particolarità del ceppo risiede nella sua natura “ricombinante”: il genoma presenta elementi di due cladi distinti, il Clade Ib e il Clade IIb, entrambi già noti e circolanti.

Monitoraggio e vaccinazione

Secondo l’UKHSA, l’emergere di una variante ricombinante non è da considerarsi inatteso, ma rappresenta comunque un segnale da monitorare con attenzione. «I virus evolvono costantemente e ulteriori analisi ci aiuteranno a comprendere meglio le dinamiche di mpox», ha dichiarato Katy Sinka, responsabile per le infezioni sessualmente trasmissibili dell’agenzia. L’autorità sanitaria ha inoltre ribadito l’importanza della vaccinazione per i soggetti a rischio, ricordando che, sebbene l’infezione sia spesso lieve, può avere conseguenze gravi in alcuni casi.

Cos’è il virus mpox

Mpox è una zoonosi virale causata dal Monkeypox virus (MPXV), appartenente alla famiglia dei Poxviridae, la stessa del virus del vaiolo umano. Identificato per la prima volta nel 1958 in scimmie da laboratorio, è oggi endemico in diverse aree dell’Africa centrale e occidentale. La trasmissione all’uomo avviene principalmente tramite contatto diretto con animali infetti, come primati e roditori, attraverso morsi, fluidi corporei o lesioni cutanee. La trasmissione interumana è meno frequente, ma possibile in caso di contatti prolungati con persone sintomatiche: pelle a pelle, bocca a bocca, via sessuale, oppure tramite oggetti contaminati come biancheria o dispositivi elettronici. È documentata anche la trasmissione verticale, da madre a figlio attraverso la placenta.

L’evoluzione recente del virus

Negli ultimi anni, l’aumento dei casi in Africa ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria internazionale nel 2024.

Il virus è stato classificato in diversi cladi:

  • Clade I, più virulento e diffuso nel bacino del Congo
  • Clade II, più comune in Africa occidentale, con forme cliniche meno gravi

Il Clade II è stato ulteriormente suddiviso in IIa e IIb, mentre nel 2024 è emerso il sottogruppo Clade Ib, associato a forme più aggressive, soprattutto nei bambini.

Il Clade Ib: il ceppo più pericoloso?

La variante Clade Ib è stata identificata nella regione di confine tra Congo, Ruanda e Burundi. Diversi esperti l’hanno definita come la forma più virulenta mai osservata del virus mpox.

Nel giugno 2025 è stato segnalato anche il primo caso in Italia, riconducibile a un paziente di ritorno da un viaggio all’estero.

La situazione globale

Secondo l’ultimo aggiornamento dell’OMS, ad ottobre 2025 sono stati registrati 2.501 nuovi casi confermati in 44 Paesi e 12 decessi. Il 75% dei nuovi contagi si concentra in Africa, dove il virus continua a circolare in tutte le sue varianti. Nonostante alcuni segnali di rallentamento, la sorveglianza resta alta.

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