Il Tirreno

Le domande e le risposte

Sciopero generale dichiarato illegittimo, perché i lavoratori possono aderire e non rischiano sanzioni (se non viene precettato) – Cosa succede

di Libero Red Dolce
Sciopero generale dichiarato illegittimo, perché i lavoratori possono aderire e non rischiano sanzioni (se non viene precettato) – Cosa succede

Il Garante può aprire un procedimento contro le sigle che non rispettano le regole, ma i lavoratori non rischiano sanzioni dirette

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Con la dichiarazione di “illegittimità” da parte del Garante per lo sciopero generale di domani alcune domande sono venute a galla tra lavoratori e lavoratrici, che si chiedono se e cosa rischiano se decideranno di scioperare e se, alla fine, lo sciopero si terrà. Quando uno sciopero viene dichiarato illegittimo dal Garante per gli scioperi ma i sindacati decidono di confermarlo, non viene automaticamente annullato: può comunque svolgersi, ma al di fuori delle tutele previste dalla legge. È una scelta che sposta la protesta su un terreno più rischioso, sia sul piano amministrativo che politico, e che apre la strada a possibili sanzioni (ma non per i lavoratori, come vedremo).

La Commissione di garanzia, infatti, non ha poteri coercitivi immediati: può stabilire che una proclamazione viola le regole — come nel caso del mancato preavviso, o di una durata superiore ai limiti consentiti — ma non può impedirne lo svolgimento. La decisione finale resta ai sindacati. Se questi non revocano la mobilitazione, lo sciopero si tiene comunque, ma fuori dal quadro legale previsto dalla legge 146 del 1990, che disciplina le astensioni nei servizi pubblici essenziali.

Le sanzioni riguardano i sindacati

In questo caso, la Commissione può aprire un procedimento di valutazione del comportamento nei confronti delle organizzazioni promotrici. Le conseguenze possono essere diverse: sanzioni pecuniarie fino a 50mila euro, esclusione temporanea dai tavoli di concertazione, e in casi più gravi la segnalazione alla Corte dei conti, qualora si ritenga che l’interruzione dei servizi abbia causato danni economici allo Stato o agli enti pubblici.

I lavoratori non sono punibili e non rischiano sanzioni

I singoli lavoratori che partecipano allo sciopero, tuttavia, non rischiano sanzioni dirette. La loro adesione, anche in caso di illegittimità formale, non è di per sé punibile. L’unico rischio concreto si presenta se, oltre all’astensione, vengano commesse violazioni disciplinari o penali, come il blocco di infrastrutture, interruzioni di pubblico servizio o episodi di violenza. In casi isolati, un’azienda potrebbe anche considerare l’assenza come ingiustificata, ma si tratta di situazioni rare e facilmente contestabili.

Cosa succede se viene precettato e cosa rischiano in quel caso i lavoratori

Sul piano operativo, il Governo ha comunque la possibilità di intervenire attraverso la precettazione. Nei servizi pubblici essenziali — come trasporti, sanità, scuola, sicurezza e comunicazioni — il ministro competente può imporre con apposita ordinanza il rientro al lavoro di una parte del personale o la garanzia delle prestazioni minime indispensabili. La violazione di un ordine di precettazione configura un reato penale, punibile con multe o, nei casi più gravi, l’arresto.

Confermare lo sciopero, una scelta simbolica

Lo scontro insomma oltre che sul piano del lavoro si sposta sul piano simbolico-politico.  I sindacati, come in queste ore la Cgil, lo rivendicano come gesto di disobbedienza civile, motivato da ragioni eccezionali — ad esempio la denuncia di una crisi umanitaria — e accettano il rischio di sanzioni pur di affermare la forza politica e morale della protesta.

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