Il Tirreno

La denuncia

Carburanti, tasse alle stelle: Italia seconda in Europa per le accise sul diesel

Carburanti, tasse alle stelle: Italia seconda in Europa per le accise sul diesel

Il Codacons presenta un esposto a 104 Procure: «Aumenti alla pompa non giustificati dal riordino delle imposte»

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Milano Le accise sui carburanti in Italia hanno subito un forte incremento negli ultimi 25 anni, al punto che il nostro Paese è ora il secondo in Europa per peso fiscale sul gasolio, subito dopo l’Irlanda. A denunciarlo è il Codacons, che ha deciso di presentare un esposto alla magistratura per chiedere chiarezza sull’andamento dei prezzi alla pompa e sull’effetto reale del recente riordino fiscale varato dal governo.

Secondo l’associazione dei consumatori, dal gennaio 2000 a oggi, l’accisa sulla benzina è passata da 0,527 a 0,713 euro al litro, con un aumento del 35,3 per cento. Ancora più marcato l’incremento sul gasolio, cresciuto da 0,388 a 0,632 euro al litro, pari a un balzo del 62,8 per cento. L’attuale assetto delle accise colloca l’Italia al settimo posto nell’Unione europea per tassazione sulla benzina, mentre per il diesel il nostro Paese sale al secondo posto, con un’imposizione fiscale di 0,919 euro al litro, superata solo dall’Irlanda.

Il divario con la media europea è evidente. Gli automobilisti italiani pagano il 19,3 per cento in più di tasse sulla benzina rispetto al resto dell’UE, e addirittura il 24,2 per cento in più sul gasolio. Tradotto in termini pratici, un pieno da 50 litri di gasolio costa quasi nove euro in più solo per effetto delle imposte.

Il Codacons solleva inoltre dubbi sull’effettivo impatto del riordino delle accise sui prezzi praticati dai distributori. In base ai dati della Commissione Europea, nella settimana tra il 12 e il 19 maggio, il prezzo medio del gasolio è aumentato da 1,578 a 1,591 euro al litro, una crescita di 1,3 centesimi. La benzina, che secondo le previsioni avrebbe dovuto registrare una lieve diminuzione, è invece salita da 1,689 a 1,698 euro al litro, con un incremento di 0,9 centesimi.

Per questo l’associazione ha deciso di rivolgersi a 104 Procure della Repubblica in tutta Italia, chiedendo di verificare se nella formazione dei prezzi successiva al riordino fiscale si siano verificate pratiche illecite, come truffa aggravata o aggiotaggio. L’esposto punta anche ad accertare eventuali condotte sospette nella comunicazione tra compagnie petrolifere e titolari degli impianti di distribuzione, e a fare luce sulle politiche interne di fissazione dei prezzi.

Il Codacons auspica un’azione rapida della magistratura per tutelare i diritti dei consumatori e garantire trasparenza in un settore che incide quotidianamente sulle tasche degli italiani.

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