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India e Pakistan, è nata una nuova guerra? Bombe, morti e minacce atomiche: cosa sta succedendo e cosa rischia il mondo


	Sale la tensione tra India e Pakistan
Sale la tensione tra India e Pakistan

Sale la tensione nella regione del Kashmir: un attacco tra il 6 e il 7 maggio ha provocato sette vittime civili e numerosi feriti

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La tensione tra India e Pakistan è tornata a livelli preoccupanti dopo un attacco missilistico condotto dall’India contro presunte basi terroristiche oltre confine. L’azione militare, avvenuta nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7 maggio nella regione contesa del Kashmir – territorio a maggioranza musulmana situato nel nord-ovest del subcontinente – ha provocato almeno sette vittime civili e numerosi feriti, secondo fonti riportate da Al Jazeera. L’operazione, denominata "Operation Sindoor" (Operazione Vermiglio), è stata presentata da Nuova Delhi come una rappresaglia per l’attentato avvenuto a Pahalgam la scorsa settimana, in cui hanno perso la vita ventisette persone, tra cui molti turisti indiani. La comunità internazionale guarda con crescente preoccupazione a questo nuovo picco di ostilità, dato che entrambi i Paesi sono potenze nucleari.

Gli eventi recenti

L’attacco indiano ha preso di mira quelli che sono stati descritti come “campi di addestramento terroristico” situati oltre la Linea di controllo, la demarcazione che separa le zone di Kashmir amministrate da India e Pakistan. Il ministero della Difesa indiano ha giustificato l'operazione come un atto di autodifesa, richiamando l’articolo 51 della Carta dell’ONU. Islamabad, tuttavia, ha respinto con forza l'accusa di ospitare basi terroristiche, denunciando l’attacco come una violazione della propria sovranità. Stando alle autorità pakistane, le vittime civili sarebbero almeno otto, inclusi un bambino piccolo, e 35 persone sarebbero rimaste ferite. I missili avrebbero colpito anche edifici religiosi, come due moschee: una a Muzaffarabad, capitale del Kashmir pakistano, e l’altra nei pressi di Bahawalpur, nel Punjab. Nei giorni precedenti, le ostilità erano già cresciute a causa di intensi bombardamenti lungo la Linea di controllo, con entrambi i Paesi che si accusavano a vicenda di aver infranto il cessate il fuoco siglato nel 2021. Migliaia di civili residenti nelle zone di frontiera sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni per rifugi temporanei. Il raid missilistico indiano è avvenuto a distanza di due settimane dall’attacco terroristico che ha scosso Pahalgam, una località turistica della regione del Kashmir sotto controllo indiano. L’attentato, avvenuto il 22 aprile, ha causato la morte di 26 persone, per lo più turisti, e decine di feriti. Il gruppo "The Resistance Front" (Trf), considerato da Nuova Delhi una filiale dell’organizzazione pakistana Lashkar-e-Taiba, ha rivendicato l’attentato, ma il governo di Islamabad ha smentito qualsiasi collegamento e ha condannato l’azione. Secondo la CNN, le autorità indiane hanno identificato tre sospetti, di cui due di nazionalità pakistana, e hanno rafforzato le misure di sicurezza nella regione, con centinaia di arresti e la sospensione temporanea di internet nella valle del Kashmir. Il nuovo scontro riporta alla luce le tensioni mai risolte che affliggono il Kashmir dalla divisione del subcontinente nel 1947. La regione, popolata in prevalenza da musulmani, rimane al centro di una contesa tra India e Pakistan, con una parte significativa della popolazione che chiede l’indipendenza o l’annessione a Islamabad.

Il rischio nucleare

L’aspetto più inquietante di questo confronto è il potenziale rischio nucleare. Sia India che Pakistan dispongono di arsenali atomici e stanno continuando ad ammodernare le loro capacità militari. Come riportato dal Time Magazine, il Pakistan non ha adottato una politica di “non primo uso”, mantenendo la possibilità di ricorrere all’arma nucleare anche in risposta a un attacco convenzionale su larga scala. Il governo pakistano ha avvertito che considererà qualsiasi nuova aggressione militare indiana come un atto di guerra, alimentando i timori di un possibile ricorso alle armi nucleari tattiche in caso di ulteriore escalation. Gli analisti della sicurezza internazionale esprimono preoccupazione anche per lo sviluppo, da parte di entrambi i Paesi, di missili a corto raggio dotati di testate nucleari, un elemento che abbassa la soglia di utilizzo di queste armi. A complicare ulteriormente la situazione è l’assenza di meccanismi di comunicazione diretta tra i comandi militari, un fattore che accresce il rischio di errori di calcolo in momenti di alta tensione.

L’impatto sui civili

Il deteriorarsi della situazione militare ha già pesanti ripercussioni sulla popolazione civile, in particolare nelle aree prossime alla Linea di controllo. Al Jazeera riferisce che oltre 1.500 scuole religiose sono state chiuse nella parte pakistana del Kashmir, mentre migliaia di famiglie si stanno attrezzando con rifugi sotterranei per proteggersi da eventuali nuovi attacchi. Sul versante indiano, le misure di sicurezza hanno bloccato la mobilità e messo in ginocchio l’economia locale, soprattutto il turismo, già in crisi dopo l’attacco di Pahalgam. Secondo la CNN, molti civili si trovano intrappolati tra le due forze armate, con accesso sempre più limitato a beni essenziali come cibo e medicinali, aggravato dalla sospensione dei servizi di telecomunicazione. Le organizzazioni umanitarie lanciano l’allarme: l’intensificarsi degli scontri rende estremamente difficile portare aiuti nelle zone più colpite, mentre cresce di giorno in giorno il numero degli sfollati.

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