Il Tirreno

Verso la fumata bianca

Chi sarà il nuovo Papa? Sei favoriti, tre sono italiani: i nomi e le storie dei cardinali


	In alto da sinistra: Pizzaballa, Parolin e Zuppi; sotto da sinistra: Tagle, Grech e Aveline
In alto da sinistra: Pizzaballa, Parolin e Zuppi; sotto da sinistra: Tagle, Grech e Aveline

In queste ore frenetiche, con l'inizio del conclave si intrecciano alleanze e manovre sotterranee. Secondo gli osservatori, un pontefice italiano è una possibilità concreta, ma crescono anche le chance di cardinali provenienti dalle Filippine e da altre aree emergenti della Chiesa globale

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Mercoledì 7 maggio si apre ufficialmente il conclave che dovrà designare il successore di papa Francesco. I cardinali si ritrovano in Vaticano per un compito cruciale: scegliere se proseguire sulla strada di apertura e inclusione avviata dal pontefice argentino o segnare un ritorno a posizioni più tradizionali. La prima votazione è attesa in serata e darà il via alle fumate: nera in caso di mancato accordo, bianca se si raggiunge la maggioranza richiesta. Tuttavia, è improbabile che l’intesa si trovi già al primo scrutinio. Da domani, le sessioni di voto aumenteranno a quattro al giorno.

Le regole

I cardinali elettori sono 133 e per eleggere il nuovo papa servono almeno 89 voti. In queste ore frenetiche, si intrecciano alleanze e manovre sotterranee. Secondo gli osservatori, un pontefice italiano è una possibilità concreta, ma crescono anche le chance di cardinali provenienti dalle Filippine e da altre aree emergenti della Chiesa globale.

I nomi caldi

Tra i candidati più quotati figurano diversi italiani. Pietro Parolin, 69 anni, segretario di Stato vaticano, è considerato una figura in grado di equilibrare le anime conservatrici e progressiste della Chiesa. Nonostante recenti voci sul suo stato di salute, smentite ufficialmente, Parolin rimane tra i favoriti, forte di un ampio sostegno tra gli elettori. Altro nome italiano in ascesa è Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, francescano e vicino allo stile di sobrietà e dialogo promosso da Francesco. Con i suoi 60 anni, rappresenterebbe una scelta giovane e dinamica. Matteo Zuppi, presidente dei vescovi italiani, è noto per il suo impegno per la pace e l’aiuto ai più deboli, ma il suo profilo fortemente progressista potrebbe frenare i consensi tra i cardinali più conservatori. Sul fronte internazionale, il filippino Luis Antonio Tagle gode di ampio rispetto per la sua visione di una Chiesa rinnovata e vicina ai poveri. La sua fedeltà alla linea riformatrice di Bergoglio lo rende un candidato forte, soprattutto tra i cardinali del Sud globale. Anche il maltese Mario Grech, segretario del Sinodo dei Vescovi, è considerato un possibile ponte tra tradizione e apertura, grazie al suo percorso che lo ha visto evolversi su temi sensibili come l’inclusione delle persone LGBTQ+. Infine, cresce l’interesse per il cardinale Jean-Marc Aveline di Marsiglia, sostenitore del dialogo interreligioso e attento alle sfide migratorie, valori cari a Francesco e alla Chiesa del futuro.

Gli outsider

Oltre ai grandi favoriti, spuntano candidati meno attesi ma in ascesa. Tra questi, Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero dei vescovi, apprezzato per la sua attenzione ai temi sociali e all’ambiente, ma su cui pesano le discussioni interne su questioni dottrinali delicate. Il cardinale filippino Pablo Virgilio David si è fatto notare per il suo coraggioso impegno contro la repressione violenta nelle Filippine e per la difesa dei diritti umani. Il suo profilo combativo e vicino alle periferie ricorda il giovane Bergoglio degli anni difficili a Buenos Aires. Infine, tra le suggestioni più affascinanti, c’è quella di un possibile primo papa africano: Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, leader carismatico del cattolicesimo africano, critico di alcune aperture recenti ma promotore di una Chiesa più partecipativa.

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di Antonio Modaffari
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