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Tumore alla colecisti, scoperto un nuovo bersaglio per combattere la malattia


	Scoperto un nuovo bersaglio farmacologico per provare a rallentare la progressione del tumore della colecisti
Scoperto un nuovo bersaglio farmacologico per provare a rallentare la progressione del tumore della colecisti

Si tratta di un cancro raro con una prognosi sfavorevole: ecco i risultati ottenuti da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di gastroenterologia “Saverio De Bellis”

14 novembre 2024
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Un gruppo di scienziati dell'Istituto nazionale di gastroenterologia “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte, in provincia di Bari, ha identificato un nuovo bersaglio farmacologico per provare a rallentare la progressione del tumore della colecisti o colangiocarcinoma. Un cancro raro con una prognosi sfavorevole, considerando che in genere meno di 1 paziente su 10 è vivo a 5 anni dalla comparsa della malattia.

Un tumore aggressivo

Lo studio, pubblicato sul “Journal of Experimental & Clinical Cancer Research” e finanziato da Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, si è concentrato sulla comunicazione tra cellule epiteliali del colangiocarcinoma e cellule fibroblastiche non tumorali che si trovano vicino alla neoplasia. Un dialogo che va interrotto, spiegano gli autori, perché «sembra all'origine dell'aggressività di questo tumore». A rendere ancora più insidioso il colangiocarcinoma c'è il fatto che «la sua diagnosi è spesso tardiva - sottolineano i ricercatori - in quanto i sintomi, quando presenti, indicano una malattia già avanzata limitando così le possibilità chirurgiche».

Le terapie

Le opzioni terapeutiche sono «la chemioterapia, che spesso però non è efficace, a cui possono seguire farmaci “mirati” utilizzabili però soltanto nel 10% dei casi in base alle caratteristiche molecolari del tumore», precisano gli esperti. «A fronte di risultati così scadenti delle terapie attualmente disponibili, credo sia un obbligo morale e scientifico, per i ricercatori, dedicarsi allo studio di nuove strategie terapeutiche per aiutare i pazienti affetti da colangiocarcinoma – afferma Gianluigi Giannelli, direttore scientifico dell'Irccs De Bellis – Si tratta di un tipo di cancro molto complesso, la cui progressione tumorale è quasi sempre il risultato di una complessa interazione tra cellule epiteliali tumorali e cellule non neoplastiche, i fibroblasti, già presenti nell'organismo del paziente».

Lo studio

Non a caso è su questa comunicazione che si sono focalizzati gli scienziati pugliesi nello studio. «Interrompere questo scambio di comunicazioni tra cellule di colangiocarcinoma e fibroblasti consente di rallentare significativamente la crescita del tumore, impedendo alle cellule neoplastiche di riprodursi», rimarca Giannelli in base a quanto emerso dal lavoro, prima autrice Serena Mancarella. «Questo risultato - conclude - è il prodotto di molti anni di lavoro di diversi ricercatori, reso possibile dal sostegno di Airc, e rappresenta una novità rilevante nella letteratura scientifica internazionale. I risultati hanno infatti dimostrato che la comunicazione tra queste diverse cellule deve essere considerato quale possibile nuovo bersaglio terapeutico, aprendo la strada a strategie inedite per la cura dei pazienti».

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