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Castiglione, appena ci sarà l'allerta meteo arancione chiusure automatiche di scuole e parchi giochi - I piani dei comuni in Maremma


	Fulmini durante un temporale (foto archivio)
Fulmini durante un temporale (foto archivio)

Scuole al via, cambiano le regole in caso di maltempo

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CASTIGLIONE. In caso di allerta meteo arancione per pioggia, temporali e dissesto idrogeologico dei reticoli idraulici (non per vento forte e mareggiate), a Castiglione scatterà automaticamente la chiusura di scuole di ogni ordine e grado, parchi gioco e cimiteri. È, in sintesi, la modifica al Piano di Protezione civile del Comune approvata dalla giunta: ciò significa che ogni volta che la Regione Toscana diffonde, per la “Zona E3”, un’allerta meteo con codice arancione per rischio idraulico, idrogeologico o piogge e temporali forti, il municipio “si dà l’obbligo” di emettere la relativa ordinanza.

La modifica arriva proprio a ridosso dell’ondata di maltempo che ha investito le zone rurali attorno alla cittadina turistica (e l’Isola del Giglio e la Costa d’Argento) causando danni e disagi alla popolazione, a scuole ancora chiuse; scuole che riapriranno dopodomani (le previsioni del consorzio Lamma danno bel tempo), mentre diversi Comuni sono alle prese con gli ultimi ritocchi ai rispettivi Piani.

La modifica arriva poi a undici mesi dal comunicato a dieci firme con il quale i primi cittadini Limatola (Roccastrada), Buoncristiani (Follonica), Nappi (Castiglione), Marconi (Massa Marittima), Ulivieri (Gavorrano), Fusini (Magliano), Chelini (Capalbio), Biondi (Civitella Paganico), Travison (Scarlino) e Termine (Monterotondo Marittimo) chiedevano una revisione del sistema di allerte, che prevede siano loro a prendere decisioni in un delicato bilanciamento fra competenze e responsabilità.

«A un anno di distanza niente è cambiato, quindi abbiamo deciso di rendere la cosa “automatica”», riassume la sindaca castiglionese, che spiega: «Facciamo come a Grosseto, dove di default vengono chiuse le superiori considerata la grande affluenza di pendolari: anche noi, con un territorio costituito in larga parte da frazioni, non ci possiamo permettere i pullman in strada».

Non è Nappi a “rompere il fronte dei dieci”, anche se il suo esempio potrebbe polarizzare altri territori. In ordine di firma, a Roccastrada si è deciso di non applicare alcun automatismo, e anche a Follonica il sindaco vedrà volta volta: «Il nostro territorio non ha frazioni, sceglieremo sulla base delle previsioni mettendole a confronto con gli orari scolastici. Il nostro problema – aggiunge – sono i sottopassi: a breve partiranno i lavori per la messa in sicurezza di quello in via Leopardi.

Stesso discorso a Massa Marittima: «Abbiamo rinnovato il nostro Piano in seno a quello dell’Unione dei Comuni e gestiremo la situazione allerta per allerta anche sulla base del bollettino della Protezione civile provinciale: attiveremo il Coc (il Centro operativo comunale) ed eventualmente il Cesi (il Centro situazioni), con la possibilità di chiudere tutto in una frazione ma lasciarne aperta un’altra», spiega l’assessore Balestri. Diametralmente all’opposto Gavorrano: «Abbiamo modificato il Piano a maggio includendo la serrata automatica di tutti i plessi così come di aree ed edifici pubblici. In ballo c’è una questione di responsabilità penale, è auspicabile una linea comune».

A Magliano è ancora tutto in divenire: «Siamo in fase di approvazione e non abbiamo previsto l’eventualità di una chiusura automatica. Si apre una riflessione, anche perché criticità sul reticolo maggiore non ci riguardano (su quello minore sì) e abbiamo molti plessi “a scavalco” con le aree vicine, ma credo non si farà», racconta Fusini. Abbiamo provato a contattare Chelini per Capalbio ma non abbiamo avuto risposta, intanto Biondi sembra aver raccolto lo spunto di Nappi: «Stiamo aggiornando ora il Piano e la tendenza potrebbe essere questa».

Nette – diametralmente – opposte le posizioni di Travison e Termine. La prima, alle ultime battute in termini di stesura, anticipa già la serrata automatica, mentre il secondo spiega: «Noi sindaci siamo soggetto debole è ingiusto che ci si debba assumere la responsabilità ma ritengo comunque che dobbiamo farlo: le allerte sono ancora troppo “indistinte” e obbligano a fare valutazioni».l

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