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Incendio di Cana, il disastro in Maremma e gli oltre 400 ettari in fumo: l’ipotesi dolo e la ricerca degli inneschi

di Pierluigi Sposato

	Il disastro a Cana
Il disastro a Cana

Se fosse confermato il ritrovamento di inneschi si tratterebbe di un incendio doloso, con uno o più piromani attivi

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GROSSETO. Un incubo, come quello di tre anni fa: allora Cinigiano, con le fiamme che in una settimana avevano divorato 750 ettari di vegetazione, giungendo a ridosso dell’abitato; in questi giorni, da quello di Ferragosto, il rogo che sta distruggendo centinaia di ettari dell’entroterra, correndo da Roccalbegna a Campagnatico sospinto dal vento per decine di chilometri, ma con ritorni di fiamma che richiedono nuovi passaggi e attenzione costante. E che hanno consigliato molte famiglie ad allontanarsi volontariamente dalle loro abitazioni nella notte tra Ferragosto e ieri, per scongiurare rischi: non ci sono state fortunatamente emergenze particolari per le persone.

L’origine dell’incendio

Sull’origine dell’incendio ci sono varie voci che si rincorrono, come quella che vuole che siano stati scoperti tre inneschi che lo hanno alimentato. Il che significherebbe essere in presenza di un origine dolosa, dunque di un piromane. Ma è una ricostruzione che al momento le forze dell’ordine non confermano.

Ettari distrutti

Ore e ore di angoscia, di monitoraggio, di interventi a terra e di lanci di acqua dall’alto quelle trascorse ancora fino a ieri sera: 420 il numero degli ettari distrutti dal fuoco (erano stati stimati 350 ieri mattina – il rogo ha camminato velocissimo), per cause che sono in corso di accertamento da parte dei carabinieri forestali.

Il fuoco mangia tutto

Il rogo è partito intorno alle 15 dalla strada vicinale del Castagnolo, a Roccalbegna, interessando la località di Poggio Miliotto. Quelli sono territori scarsamente popolati ma sui quali insistono numerose aziende agricole, molte delle quali riconvertite da tempo in agriturismi, anche in questo momento frequentati. Le squadre dei vigili del fuoco, giunte un po’ ovunque dalla Toscana, hanno presidiato gli abitati principali. Le strade sterrate si intersecano tra i campi, alcuni incolti, molti vigneti, con la macchia che a tratti si è ripresa prepotentemente il possesso del territorio, costituendo ancora di più facile esca alle fiamme. Paesaggio spettrale quello di ieri mattina, su molti dei terreni percorsi dalle fiamme, che non hanno risparmiato né coltivazioni né capannoni, almeno uno dei quali rovinato definitivamente. Terreni anneriti, colorati di cenere ancora fumante, a fianco delle strade asfaltate ma più spesso sterrate percorse da decine di pickup di enti e associazioni, con a bordo dipendenti e volontari che sono corsi da un punto all’altro, seguendo le indicazioni della direzione antincendio, posizionata in località Granaione così come la postazione avanzata dei vigili del fuoco. Strade quasi tutte libere, fatte salve le agevolazioni per i mezzi di soccorso, perché il cuore dell’incendio si è spostato via via ignorando i percorsi e i confini tracciati dall’uomo, alimentato dalla presenza di materiale combustibile privilegiato. Hanno effettuato decine e decine di lanci i mezzi aerei, i Canadair che ogni volta sono andati a rifornirsi lontano, gli elicotteri della Regione che hanno riempito i loro secchioni negli invasi vicini e si sono ripresentati quindi più frequentemente sul fronte.

I sindaci di Roccalbegna, Massimo Galli, e Campagnatico, Elismo Pesucci, hanno seguito da vicino e di persona l’evoluzione degli eventi, a partire dal pomeriggio di Ferragosto. Anche perché già dal mattino di ieri le previsioni parlavano del rafforzamento del vento. Così è stata fatta un’opera di prevenzione, con alcuni mezzi meccanici: la zona è stata perimetrata per consentire di limitare ulteriori espansioni.

Ha detto Elismo Pesucci, sindaco di Campagnatico: «Situazione grave». Venerdì sera sono stati invitate ad allontanarsi le persone che occupavano sette/otto abitazioni e un paio di agriturismi. «Li ho chiamati io uno per uno rappresentando la necessità di allontanarsi. Per nessuno di loro il Comune si è dovuto attivare per una sistemazione alternativa, comunque».

Anche Massimo Galli ha girato per il territorio comunale e anche per quello confinante per rendersi conto della situazione e capire l’eventualità di attuare provvedimenti di emergenza. Il sindaco ha verificato che non ci fossero conseguenze per gli abitanti delle varie zone interessate. E ieri sera ha portato insieme alla Cri la cena per gli 80 operatori.

Sono intervenuti i vigili del fuoco, anche da altri comandi toscani (nel pomeriggio anche il comandante provinciale) con 50 uomini e venti mezzi, e il personale della Regione Toscana: già ieri sera era stato stabilito che la permanenza sarebbe stata assicurata anche per la notte appena trascorsa.

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