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Malore alle cascatelle: infermieri aggrediscono i soccorritori del 118, poi vanno alla sede a chiedere scusa

di Ivana Agostini
Malore alle cascatelle: infermieri aggrediscono i soccorritori del 118, poi vanno alla sede a chiedere scusa

Saturnia, i due sono stati identificati dai carabinieri: cosa è successo

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MANCIANO. Domenica pomeriggio sono andati alla sede della Misericordia per chiedere scusa all’equipaggio contro il quale avevano inveito il giorno prima alle cascatelle del Gorello, a Saturnia.

Sono due infermieri di Roma, un uomo e una donna, che il giorno prima aveva aggredito verbalmente e fisicamente l’equipaggio della confraternita composto da due soccorritori e un infermiere, che era andato alle Cascatelle a soccorrere una donna colta da malore. All’arrivo dell’ambulanza, i tre dell’equipaggio si erano diretti verso la donna che aveva bisogno di soccorso. Per le prime cure erano intervenuti due giovani di cui, all’inizio, nessuno conosceva identità e professione.

I due avevano prestato il primo soccorso ma, al momento dell’arrivo della Misericordia, è nato un parapiglia al termine del quale si erano qualificati poi come infermieri; ma nessuno aveva avuto il tempo di verificare se le qualifiche professate fossero reali. I soccorritori giallo-ciano avevano tentato di usare il monitor per verificare i parametri della donna, ma avevano lamentato di essere stati ostacolati dalla coppia. I due si erano poi allontanati in fretta e furia fra lo stupore dei presenti.

Domenica pomeriggio, poi, la decisione dei due infermieri di Roma di andare a chiedere scusa ai soccorritori e all’infermiere che era di turno sull’ambulanza. Dell’equipaggio, però, nessuno era in servizio in quel momento. I due erano stati identificati grazie al lavoro di indagine dei carabinieri di Saturnia. Adesso resta da vedere se saranno sporte delle denunce.

Nelle scorse settimane, sempre nel mancianese, a Poggio Capanne, un’infermiera che stava svolgendo un servizio di assistenza domiciliare integrata era stata aggredita prima verbalmente e poi fisicamente dal figlio della donna assistita. Nelle scorse ore, dopo i fatti dell’ospedale di Foggia, i riflettori sono tornati ad accendersi sul tema aggressioni. E ieri anche il direttore generale Asl Toscana sud est, Antonio D’Urso, ha condannato fermamente gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari. D’Urso (vice presidente Fiaso, federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) che ha partecipato al primo tavolo congiunto tra Fiaso e Federsanità, svolto a Bari, ha chiesto di «accendere i riflettori sui fenomeni di aggressione che stanno subendo quotidianamente i professionisti della sanità. È un tema prioritario per il Paese e dobbiamo assolutamente mettere in campo tutte le risorse, umane e non solo, per contrastare un’escalation che mette a rischio ogni giorno il personale sanitario nell’esercizio delle sue funzioni – sottolinea D’Urso – Ogni episodio di violenza è un attacco alla sanità pubblica. Per questo condanniamo fermamente ogni episodio di maltrattamento, sia verbale sia fisico, verso chi ogni giorno si dedica anima e corpo ad assistere i cittadini, ma è chiaro che le parole non bastano più. Servono azioni concrete che vadano nella direzione di garantire fattivamente l’incolumità del personale. Come Sud Est – aggiunge il dg – in accordo con quanto previsto dalle direttive regionali e nazionali, stiamo predisponendo sistemi di sorveglianza che presto verranno estesi in tutti i 13 pronto soccorso aziendali. Abbiamo anche previsto personale, adeguatamente formato». Nei giorni scorsi l’Ordine provinciale dei medici aveva chiesto l’arresto per chi aggredisce.


 

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