Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Grosseto, morte di un bambino al parto: il giudice nomina due superesperti

di Pierluigi Sposato
L’ospedale di Grosseto
L’ospedale di Grosseto

Uno di loro si è occupato anche del caso di Marco Pantani

26 luglio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Da una parte le tesi dei consulenti dell’accusa. Dall’altra quelle degli esperti nominati dalla difesa. Chi ha ragione? Ci sono responsabilità professionali? Come orientare il giudizio nel processo per omicidio colposo? Il giudice Andrea Stramenga ha voluto indicare un collegio di esperti per far luce sulle eventuali responsabilità di due ginecologhe, sotto processo per il caso del piccolo Alex Bellinghieri, morto mentre stava venendo alla luce il 26 dicembre 2018. E si tratta davvero di esperti di fama nazionale, di Verona: il professor Franco Tagliaro, direttore della sezione di Medicina legale dell’Università, che fu scelto dalla Procura di Rimini per gli accertamenti sulla morte di Marco Pantani, e il professor Massimo Piergiuseppe Franchi, direttore di Ginecologia e ostetricia dell’Azienda ospedaliera universitaria. L’incarico sarà assegnato solamente dopo l’estate, in una successiva udienza.

Sono sotto accusa la dottoressa Rita Puzzuoli, 60 anni, e la dottoressa Eleonora Piccolo, 37 anni, la prima ginecologa di guardia e primo chirurgo all’esecuzione del cesareo, la seconda ginecologa di guardia e aiuto del primo chirurgo, erano entrambe in servizio quel giorno all’ospedale Misericordia. La morte era avvenuta per una prolungata sofferenza fetale per ipossigenazione per il travaglio prolungato, secondo la consulenza medico legale di Mario Gabbrielli e di Franco Carboni, incaricati dalla Procura della repubblica, il primo specialista di medicina legale all’Università di Siena, il secondo di ginecologia della casa di cura Fabia Mater di Roma. La famiglia è costituita parte civile con l’avvocata Francesca Bronzetti, che ha fatto seguire gli accertamenti dal professor Nicola Ragni e della dottoressa Valentina Bugelli.

Secondo l’imputazione, Puzzuoli avrebbe effettuato una valutazione erronea delle caratteristiche del tracciato cardiotocografico dell’1,15 della notte, tracciato che avrebbe presentato ripetuto fasi decelerative; la dottoressa avrebbe ritardato il ricorso al taglio cesareo d’urgenza, avviato solamente alle 2,38. Ancora, entrambe le imputate avrebbero posto in essere delle procedure errate nel tentativo di estrazione del feto dopo la laparatomia; avrebbero dilatato i tempi di 22 minuti, cioè quelli tra le 2,38 e 3, quest’ultimo è l’orario in cui era avvenuta la rimozione del feto. Gli esperti della difesa hanno portato versioni non conciliabili: gli avvocati Monica Segreto e Paolo Valiani hanno scelto i professori Domenico e Arduini ed Eugenio Allegra dell’Università di Roma, l’avvocato Luciano Giorgi si è affidato al professor Antonio Ragusa, anch’egli di Roma. Questi ha centrato la sua analisi su due aspetti, partendo dalle due criticità evidenziate nella consulenza del pm. La prima è quella relativa alla lettura del tracciato cardiotocografico, che avrebbe mostrato sofferenze tali da dover indurre a un cesareo urgente: Ragusa ha invece evidenziato che qualche minuto prima del parto il tracciato era buono e non si era in condizione di acidosi. L’esame cardiotocografico, in altre parole, non sarebbe sempre predittivo in assoluto. L’altro aspetto evidenziato è invece relativo alla singolare, anomala, eccezionale, imprevedibile e indominabile posizione della testina della creatura, che si era di fatto incastrata; se, invece dei cinque minuti necessari a un normale parto cesareo, ne erano stati impiegati 22, ciò sarebbe dovuto proprio a questa posizione.




 

Primo piano
Meteo

Maltempo in Toscana, il Lamma: «Perché questa ondata è diversa dall’ultima e le fasce orarie più a rischio di domenica»

di Tommaso Silvi