La misura
Presunti concorsi truccati a Careggi e al Meyer, a giudizio l’ex rettore dell’Università
Firenze, insieme a Luigi Dei saranno processati Lorenzo Borgognoni, Alberto Zanobini, Paolo Bonanni e Chiara Azzari. Prosciolti Damone e Calamai, ex direttori generali di Careggi.
FIRENZE. C’è chi tira un sospiro di sollievo e chi si prepara ad affrontare un delicato processo. Questo l’esito dell’udienza preliminare nel corso della quale il gup di Firenze ha disposto il rinvio a giudizio di cinque imputati e ne ha prosciolti altri sei dall’accusa di corruzione per i presunti concorsi truccati per l’assunzione di docenti nella facoltà di Medicina dell’Università.
Saranno processati l’ex rettore dell’Università Luigi Dei, il chirurgo Lorenzo Borgognoni, l’ex direttore generale dell’ospedale pediatrico Meyer Alberto Zanobini, l’ex direttore del dipartimento di Scienze della salute dell’Università, Paolo Bonanni, e la professoressa Chiara Azzari. La Procura contesta l’accusa di corruzione per presunti accordi illeciti che sarebbero stati fatti per condizionare la programmazione, e soprattutto l’esito, di due concorsi.
Il processo però era già stato azzoppato dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, che ha comportato il proscioglimento di 22 dei 33 originari imputati. Inoltre è caduta l’accusa più grave, quella di associazione a delinquere, e un capo d’imputazione relativo a un altro episodio di presunta corruzione.
Tra coloro che tirano un sospiro di sollievo, dopo sette anni, ci sono gli ex direttori generali dell’azienda ospedaliera di Careggi, Rocco Damone e Monica Calamai, difesi da Francesco Maresca e Gaetano Viciconte, che erano finiti nell’inchiesta con l’accusa di aver favorito l’assunzione come docente di Adriano Peris (anche lui prosciolto). Escono dal procedimento anche all’ex pro rettore dell’Università, Paolo Bechi, e l’ex direttore del dipartimento oncologico e primario dell’urologia oncologica, Marco Carini, per i quali il giudice ha disposto il non luogo a procedere «perchè il fatto non sussiste». Erano difesi da Sigfrido Fenyes e Lorenzo Zilletti.
L’inchiesta era stata avviata dall’allora procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto Antonino Nastasi, convinti che ci fosse un sistema per pilotare i concorsi per le assunzioni nella facoltà di Medicina.
Lo scopo sarebbe stato quello di reclutare nomi eccellenti nel campo della medicina, con la promessa di una florida carriera universitaria, per portare all’ateneo fioretino un maggior prestigio, che significa anche maggiori risorse economiche.
Nel corso del procedimento però, come detto, era già stato dichiarato il non luogo a procedere per molti imputati, alcuni dei quali molto noti nel mondo della sanità toscana: Flavio Giordano, Andrea Minervini, Antonino Morabito, Lorenzo Masieri, Marco Santucci, Nitti Donato, Gabriella Pagavino, Massimo Innocenti, Nicola Pimpinelli, Gianni Virgili, Domenico D’Avella, Roberto Delfini, Franco Servadei, Alessandro Della Puppa, Corrado Poggesi, Massimo Dominici, Antonio Messineo, Francesco Morini, Giovanni Beltrami, Francesco Cairo, Zaccaria Ricci.
Ora è rimasto il “nocciolo duro” di questa inchiesta che finalmente approderà in un’aula di giustizia per capire se davvero sono state fatte carte false per creare una corsia preferenziale nell’assunzione dei docenti all’Università di Firenze.
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