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Firenze, piazza Beccaria cambia volto: da rotatoria a luogo d’incontro – Come sarà e i tempi

di Mario Neri

	A sx i lavori in piazza Beccaria, a dx due rendering del progetto che mostrano come sarà la piazza
A sx i lavori in piazza Beccaria, a dx due rendering del progetto che mostrano come sarà la piazza

Fontane, alberi e pietra ridisegnano la storica porta orientale. Otto mesi di lavori per restituire ai cittadini una piazza pedonale, verde, accessibile e piena di nuova socialità

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FIRENZE. C’era una volta una piazza che non era più una piazza. Solo auto, semafori e clacson, un anello di asfalto che girava attorno a se stesso, soffocando la Porta alla Croce, antico ingresso orientale di Firenze. Ora, dopo decenni di rimozioni e progetti sospesi, piazza Beccaria si prepara a tornare a essere ciò che il suo nome promette: uno spazio urbano da vivere. «Alle porte dell’estate la vedremo rinascere», ha detto la sindaca Sara Funaro, presentando il progetto di riqualificazione legato al cantiere della tramvia verso Bagno a Ripoli. Otto mesi di lavori, 37 alberi, due fontane da oltre 220 metri quadrati, piste ciclabili e aree pedonali. «Una piazza per tutti, più verde e più vivibile – ha aggiunto – , con la cura e l’attenzione che Firenze merita».

Una piazza ritrovata

Il piano recupera l’intuizione ottocentesca di Giuseppe Poggi, che fece di Porta alla Croce un fulcro visivo della città capitale. Oggi quell’idea torna viva: l’antica porta sarà liberata dal traffico e circondata da doppi filari di alberi, pavimentazioni in pietra e una corona d’acqua. «Il verde è la nostra priorità – ha spiegato Funaro – . Verranno conservati i due alberi storici, la magnolia e il faggio, e aggiunti oltre trenta nuovi esemplari. È un progetto che unisce memoria, sostenibilità e bellezza».


La tramvia e i disagi
La rinascita di piazza Beccaria accompagna la costruzione della nuova linea tramviaria per Bagno a Ripoli, infrastruttura destinata a cambiare la mobilità cittadina. «Trasformiamo un incrocio in una piazza vera, con meno traffico e più vita», ha dichiarato l’assessore alla Mobilità Andrea Giorgio. Il cantiere durerà circa otto mesi. Durante le lavorazioni saranno garantite due corsie per senso di marcia su viale Giovine Italia, con deviazioni controllate dai vigili. «Chiediamo pazienza ai cittadini – ha aggiunto la sindaca – I disagi ci saranno, ma il risultato varrà l’attesa». Per limitare l’impatto su residenti e negozi, Firenze Parcheggi ha introdotto una tariffa dimezzata nel parcheggio di piazza Alberti (da 2 a 1 euro l’ora tramite app Bmove, fino a dicembre 2026) , oltre alla sosta gratuita notturna nei parcheggi di Beccaria, Alberti e Parterre.

Pietra, acqua e luce

La nuova piazza sarà costruita in fasce concentriche: marciapiedi e panchine all’esterno, una fascia verde con doppi filari di alberi e, verso il centro, una corona di fontane a raso che formerà un velo d’acqua sopra la pavimentazione in pietra di Firenzuola e fasce in pietra d’Istria. La pista ciclabile, sul lato di Borgo La Croce, sarà segnalata da borchie metalliche incastonate nella pietra. Il disegno restituirà profondità e armonia alla piazza, allontanando la sede stradale dalla Porta alla Croce per proteggerla dalle vibrazioni e renderla nuovamente protagonista.

Un cambio di paradigma
Il progetto non è solo estetico ma culturale. Firenze torna a investire sulla forma urbana come luogo di relazione. «La tramvia non è solo un mezzo, ma un’occasione per ridisegnare i quartieri – spiega Giorgio – Piazza Beccaria è uno dei luoghi in cui questa trasformazione sarà più evidente». È un cambio di prospettiva: la città come luogo di incontro, non di passaggio. Dove prima c’era rumore, tornerà voce; dove c’era fretta, tornerà la sosta.

Asfalto e socialità
La nuova Beccaria avrà panchine in pietra e acciaio, zone d’ombra, bike sharing e fermata del bussino. I parcheggi saranno ridotti ma razionali, con aree per carico e scarico merci e taxi spostati in piazza Piave. Le piantumazioni cominceranno a marzo, la pavimentazione sarà completata in primavera e l’estate 2026 segnerà la riconsegna definitiva alla città.

La pazienza
Nel rumore dei cantieri, Firenze si gioca una scommessa: trasformare un nodo in un luogo, un passaggio in una destinazione. «Stiamo restituendo spazio alla vita di comunità», ha detto Funaro. Da luogo che divide a luogo che unisce, da transito a incontro. È la promessa di una città che cambia forma per tornare, finalmente, a respirare.

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