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Firenze, vandalizzata la targa per Norma Cossetto assassinata a 24 anni

Firenze, vandalizzata la targa per Norma Cossetto assassinata a 24 anni

Fu insignita della Medaglia d’oro al valore civile dal presidente Ciampi

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FIRENZE. È stata vandalizzata la targa dedicata a Norma Cossetto, vittima delle Foibe, in via Isonzo a Sorgane.

«In qualità di segretario cittadino della Lega, a nome di tutta la sezione di Firenze chiedo la ferma condanna, senza eccezione alcuna, del gesto ignobile perpetrato come sempre con il favore dell’oscurità, vile atto che offende in generale tutte le vittime della barbarie titina e in particolare la medaglia d’oro al valore civile Norma Cossetto, italiana, giovane studentessa violentata, torturata, barbaramente uccisa ed infine infoibata dai partigiani comunisti titini», ha commentato Barbara Nannucci, segretario della Lega Firenze.

«Assistiamo ormai da tempo – prosegue Nannucci, che è anche consigliere del quartiere 3 – ad una preoccupante deriva negazionista che mira a confutare e mistificare quanto avvenuto nei confronti di popolazioni italiane, la pulizia etnica perpetrata, gli assassinii mirati, le sparizioni, gli infoibamenti e gli annegamenti. Non accetteremo mai passivamente questi atti intimidatori che hanno come unico fine quello di cancellare nella memoria collettiva il ricordo del dramma vissuto dalle popolazioni giuliano-dalmate.

L’intitolazione del giardino a Norma Cossetto è avvenuta il 10 febbraio 2021 e da quella data in avanti, ad ogni ricorrenza del Giorno del Ricordo, al giardino sono state sempre realizzate iniziative che hanno visto la partecipazione di alcune scuole del Quartiere 3.

Cossetto, morta a 24 anni, fu assassinata durante la rivolta contadina scoppiata in Istria all’indomani dell’8 settembre 1943. È stata insignita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con la Medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione: «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba».
 

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