Morti nell’incendio, il marito si è sacrificato per provare a salvare la moglie
Una vicina a Bagno a Ripoli: «Persone sorridenti, sempre disponibili, ma dopo la scomparsa del figlio si erano chiusi nel dolore». Disposta l’autopsia
Secondo le prime ricostruzioni Umberto Della Nave, 83 anni, sarebbe morto per salvare la moglie Dina Del Lungo, 81 anni, che si trovava in salotto, luogo dove è divampato l'incendio che ha coinvolto i due anziani residenti nella frazione di Osteria Nuova a Bagno a Ripoli. L’uomo, che si trovava in un’altra stanza della casa, resosi conto di quello che stava succedendo si sarebbe recato dalla moglie per cercare di metterla in salvo. Un gesto, probabilmente dettato dalla disperazione, che gli è costato la vita: l'anziano, nel tentativo, è rimasto coinvolto nell'incendio.
Ad innescare l’incendio avvenuto nella serata di martedì 5 dicembre, secondo le prime ipotesi, potrebbe essere stato un corto circuito della poltrona elettrica dove sedeva Dina. Il pm Marco Mescolini, che ieri si è recato nell’abitazione per un sopralluogo, nominerà un consulente per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Disposta anche l’autopsia sui corpi delle vittime. L’abitazione ha riportato gravi danni solo nel disimpegno d’ingresso ed è attualmente sotto sequestro proprio per permettere di svolgere ulteriori accertamenti.
Una vicenda, questa, che ha scosso profondamente la comunità della frazione di Osteria Nuova dove i due coniugi erano molto conosciuti proprio per la loro attività. Gestivano, da generazioni, una piccola azienda agraria dove vendevano sementi, piante e tutto l’occorrente per il giardinaggio. L’attività era stata, poi, rilevata dal figlio che è prematuramente scomparso due anni fa in seguito a un malore. «Mio marito è andato a trovarli proprio qualche ora prima dell’incendio per chiedere loro se fossero liberi domenica. Stavamo organizzando un pranzo, qua alla Casa del Popolo per ricordare il presidente recentemente scomparso, avevano accettato di partecipare – dice Anna Sarti vicina di casa e amica delle vittime –. A seguito della tragica morte del figlio cercavano spesso compagnia. Erano delle persone sempre sorridenti, bravissime ma dopo la disgrazia che li ha colpiti si erano chiusi un po’ in sé stessi».
Dopo la morte del figlio 42enne, i coniugi Della Nave avevano allentato la presa sulla gestione della loro attività e avevano limitato le uscite. «L’azienda esisteva da generazioni, fondata addirittura dal nonno di Umberto e poi era passata nelle mani del figlio che, però, è deceduto. Avevano perso tutto. Era il loro unico figlio, non si sono mai ripresi dalla tragedia – afferma la figlia del cugino di Umberto Dalla Nave –. Erano davvero delle persone d’oro, sempre disponibili e con la voglia di fare». Una zona residenziale, immersa nelle colline toscane, con alcuni punti di ritrovo come la Casa del Popolo e un negozio di alimentari in piazza. Proprio nella bottega, ricordano Umberto e Dina con commozione: «Venivano sempre a comprare il pane o anche solo per scambiare due chiacchiere. Li ricordo prima della prematura morte del figlio, come persone sempre sorridenti e disponibili, e dopo, come persone addolorate. È difficilissimo riprendersi da una situazione del genere» afferma la commerciante. A pochi metri dall’abitazione dei coniugi, vivono i genitori del Sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini che commenta così la vicenda: «Conoscevo benissimo Umberto e Dina. Sono estremamente dispiaciuto per questa incredibile tragedia».