Atteggiamenti «non collaborativi»: ecco i motivi della chiusura del locale di Camaiore
I sigilli sono scattati dopo la maxi rissa in piazza, ma la titolare non ci sta: «Assurdo, abbiamo chiamato noi la polizia»
CAMAIORE. Atteggiamenti «non collaborativi con le forze dell’ordine», tanto «da creare difficoltà agli operatori che dovevano procedere ai dovuti controlli di legge». Inoltre «tra gli avventori del bar molti sono risultate persone con pregiudizi e precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio».
I motivi
Sono queste le motivazioni – secondo quanto riportato nella nota trasmessa ieri mattina, 12 novembre, agli organi di stampa dalla Questura di Lucca – che hanno portato il questore Edgardo Giobbi a disporre la sospensione delle autorizzazioni per la somministrazione di alimenti e bevande (anche alcoliche) al bar Il Brigante di Camaiore, provvedimento notificato (e attuato «con effetto immediato») nel pomeriggio di martedì 11 novembre e che si protrarrà per 10 giorni.
La ricostruzione
Una chiusura che ha fatto seguito alla rissa avvenuta sabato scorso, la cui scintilla è partita proprio dal bancone del Brigante. Secondo la Questura l’episodio «ha visto coinvolti una cinquantina di giovani», alcuni dei quali «hanno dovuto ricorrere alle cure mediche presso il pronto soccorso». Nessun accenno da parte degli inquirenti ai due uomini attualmente ancora a piede libero che – secondo quanto riportato dalle testimonianze sia di uno dei feriti che degli stessi titolari del Brigante – sarebbero stati i responsabili del parapiglia iniziato all’interno del bar ma soprattutto consumatosi poi in piazza XXIX maggio: nei loro confronti sembra che la Questura stia valutando provvedimenti individuali tra i quali (per uno dei due, non residente a Camaiore) un foglio di via come «persona non gradita».
La titolare
Quel che è certo però è che la chiusura del Brigante rappresenta a oggi il primo provvedimento attuato. Un atto severo, che fin dalla serata di martedì ha scatenato malumori e indignazione in città. Al punto che i residenti del centro sembra siano intenzionati a far partire una raccolta firme per chiedere la riapertura del locale. Dal canto loro i titolari del locale si dichiarano pronti «a coinvolgere il nostro avvocato per opporci a questa sospensione – commenta Laura Scalzarano, madre della titolare del bar che ieri mattina è stata nuovamente ascoltata in commissariato (dove ha tentato invano di presentare denuncia, essendo già stata avviata un’indagine d’ufficio) – quello che sta accadendo mi sembra un incubo: è stato mio marito il primo a chiamare le forze dell’ordine sabato sera, abbiamo raccontato ai poliziotti tutto quello che è successo. E noi non avremmo collaborato? Cosa potevamo fare di più? Il Brigante – dichiara Scalzarano – è una delle poche attività che cerca di tenere vivo il centro di Camaiore, organizziamo serate karaoke dove partecipano tanti giovani, è frequentato anche dai bambini. Per questo abbiamo sempre tenuto a distanza le “mele marce”: altro che pregiudicati tra i nostri avventori, sono accuse del tutto infondate. Ma intanto a subire un provvedimento di sospensione siamo noi».
Il sindaco
Anche il sindaco di Camaiore Marcello Pierucci esprime «amarezza per la chiusura temporanea di un’attività del nostro territorio». Ma il primo cittadino sottolinea anche «il pieno rispetto per il provvedimento della Questura e il lavoro di tutte le forze dell’ordine che stanno lavorando per porre subito un freno a questo fenomeno di violenza: altrove simili episodi sono la normalità, qui a Camaiore siamo invece abituati meglio ed è giusto mettere in atto le giuste contromisure per bloccare simili fatti sul nascere. Sono personalmente soddisfatto dell’operato delle forze dell’ordine – commenta Pierucci – non mi faccio scrupoli, a differenza di altri mondi della sinistra, a sostenere che la sicurezza sia un tema di prioritaria importanza. Per questo sostengo l’operato delle forze dell’ordine, a cui la polizia municipale non mancherà di offrire collaborazione. In questa fase è opportuno solo mettersi a disposizione senza fare gli “sceriffi” di turno, per il bene di Camaiore. Non credo che quello attuato martedì sarà l’unico provvedimento che prenderà la Questura – conclude il sindaco – perché le indagini stanno proseguendo e ho fiducia che i responsabili saranno puniti. Però è anche vero che ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e chi svolge un pubblico esercizio lo deve fare sempre nel pieno rispetto delle regole: non ho motivo di dubitare che, se la Questura ha posto questo provvedimento, ci siano tutti i presupposti perché sia necessario. Da sindaco non posso che pormi al fianco delle istituzioni che stanno svolgendo il loro lavoro».
