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Spiagge, l’avvocato dei Comuni: «Partire con le aste è inevitabile». Indennizzi: c’è una strada

di Matteo Tuccini

	Una veduta di stabilimenti balneari
Una veduta di stabilimenti balneari

Renzo Grassi: «La giurisprudenza nazionale ed europea indica che le proroghe non sono più possibili»

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VIAREGGIO. Cosa devono fare i Comuni per le spiagge? «Avviare i bandi di gara delle concessioni demaniali. E inserire, in questi stessi bandi, i principi che possano tutelare i balneari, tra cui una forma di indennizzo». A parlare è l’avvocato Renzo Grassi, che ha una lunga esperienza nella tutela delle amministrazioni comunali e sulle questioni delle concessioni demaniali.

La sentenza “choc”

L’avvocato Grassi ha assistito il Comune di Rosignano Marittimo nella vicenda dei Bagni Ausonia di Castiglioncello, che è finita al Consiglio di Stato con la sentenza di cui si è parlato diffusamente nei giorni scorsi. Una linea chiara, quella del supremo tribunale amministrativo, sul fatto che le strutture costruite sulla spiaggia sono destinate a diventare un bene pubblico, così come prevede l’articolo 49 del Codice della navigazione, al termine della concessione stessa. Che avverrà, per quasi tutti i bagni, con le “aste” entro il settembre 2027. «Questa sentenza del Consiglio di Stato – prosegue Grassi – va letta prendendo atto che già la Corte di giustizia europea ha ritenuto l’articolo 49 compatibile con il diritto comunitario. Secondo la Corte europea c’è un rapporto contrattuale tra l’amministrazione pubblica e il concessionario; l’acquisizione dei beni non costituisce un’espropriazione forzosa come intendono i balneari. Ecco perché, come ribadito dal Consiglio di Stato, l’eventuale indennizzo andava previsto nella definizione del rapporto tra pubblico e privato per lo sfruttamento della concessione».

I giudici, infatti, hanno spiegato che un eventuale risarcimento delle strutture costruite sulla spiaggia doveva essere messo nero su bianco prima, non adesso. «Quando c’era il diritto di insistenza – continua il legale – non ci si poneva questo problema; perché questo diritto consentiva ai balneari di rimanere a gestire la spiaggia senza soluzione di continuità».

Gare inevitabili

Ora non è più così. Alcuni suoi colleghi avvocati sostengono che le concessioni siano rinnovabili e possano essere escluse dalla direttiva Bolkestein. «Parere rispettabile; non è il mio – la replica di Grassi – La giurisprudenza nazionale ed europea indica che le proroghe non sono più possibili. E le gare inevitabili. Così come ci sono sentenze che definiscono non amovibili alcuni beni sulla spiaggia, che quindi saranno incamerati». Soprattutto bar e ristoranti, mentre le cabine sono state considerate amovibili dalla giurisprudenza (quindi il balneare potrà tenersele). «Questo non significa che l’articolo 49 sia immutabile ed eterno: il Parlamento è sovrano, può modificarlo e sostituirlo, introducendo criteri più favorevoli o meno nei confronti dei balneari. Ma prima che passi questa modifica servirà tempo».

Il nodo indennizzi

E il tempo è poco: «La scadenza del 2027 è vicinissima: io, se dovessi dare un consiglio alle amministrazioni locali, direi di procedere con le gare, sulla base delle normative attuali (come ha detto l’ex sindaco e senatore Massimo Mallegni in una recente intervista al “Tirreno”, ndr). Anche perché, in questo modo, si dà risposta alle indicazioni di Unione Europea e Consiglio di Stato. È possibile, però, che nei bandi di gara vengano inseriti meccanismi che tengano conto delle aspettative degli attuali concessionari. Tra cui la previsione di un indennizzo, anche se difficilmente potrà essere il valore di mercato che chiedono alcuni balneari. L’indennizzo potrebbe essere ancorato agli investimenti, al valore edilizio del bene, e comunque avere parametri oggettivi su cui i professionisti possono fare le loro stime».

Insomma: secondo l’avvocato Grassi i balneari, in caso di sconfitta nelle “aste”, potrebbero comunque ricevere una forma di risarcimento, anche se forse inferiore rispetto alle loro aspettative. E i ricorsi minacciati dalla categoria? «Non credo possano fare molta strada – conclude – Ci sono stati numerosi pronunciamenti, troppi perché si torni indietro. Il legislatore nazionale, come detto, può fare le modifiche che ritiene opportune, ma il principio delle spiagge da mettere a gara pubblica non è più modificabile».

Tra l’altro, in una recente ordinanza il Consiglio di Stato ha detto che le “aste” possono partire da subito, anche senza previsioni di indennizzo.

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