Il Festival di Sanremo a Viareggio: cosa sappiamo su questo eventuale clamoroso ritorno
La nuova versione del concorso canoro si terrebbe dal 2027. Possibile una versione itinerante in più località. Gli imprenditori turistici ipotizzano la sede e sognano l’accoppiata con il carnevale
VIAREGGIO. Che sia arrivata la parola fine sul Festival di Sanremo così come lo conosciamo? La Rai non sembra più credere tanto allo slogan «Perché Sanremo è Sanremo»: i rapporti con la cittadina ligure che ospita da oltre 70 anni la celebrazione della canzone italiana sono da tempo ai minimi storici, e adesso sono in valutazione sedi alternative. La notizia che ci interessa è che Viareggio e la Versilia sono fra queste: lo ha scritto Il Messaggero, e il Comune di Viareggio conferma. Limitandosi ad affermare: «Ci sono interlocuzioni in corso». Come a dire: stiamo trattando.
Le rivali
È bene premettere che l’anno prossimo non potranno esserci variazioni: l’edizione 2026 al classico teatro Ariston è blindata. Il Sanremo non più Sanremo si terrebbe a partire dal 2027, forse in maniera itinerante per cambiare location ogni due anni, e rendere il tutto più appetibile. Le opzioni, oltre a Viareggio, sono Rimini e la costa adriatica, e Sorrento e la costiera amalfitana. La Romagna, come sappiamo, ha grande capacità di investimento e strutture di rilievo; Sorrento e la costa campana sono un richiamo irresistibile, per la grandissima tradizione musicale, ma anche per il balzo che ha avuto Napoli negli ultimi anni dal punto di vista della visibilità turistica e mediatica. Però Viareggio e la Versilia restano nomi di richiamo assoluto. E poi c’è il peso della storia.
Il precedente storico
Come sanno i viareggini e gli appassionati di musica, il festival della canzone italiana ha origini ammantate di leggenda proprio in città. Per la precisione alla Capannina del Marco Polo.
È qui che nell’immediato dopoguerra, nel 1948-49, il giovane Sergio Bernardini, assieme ai giornalisti (e molto altro) Aldo Valleroni e Giancarlo Fusco mise insieme una manifestazione che poneva le basi per la futura kermesse sanremese. C’era grande fermento e voglia di fare, con i soldati americani – in particolare quelli afroamericani della divisione Buffalo – che giravano per la città in cerca di divertimento. Si racconta che le sedie per assistere alle esibizioni canore furono chieste in prestito alla parrocchia di San Paolino. Bernardini riuscì a coinvolgere la sede fiorentina della Rai, ma l’Azienda di soggiorno – allora responsabile delle politiche turistiche – sembrò snobbare il futuro Sanremo, a favore di una sfilata di cagnolini. Chissà, magari era in anticipo sui tempi. E il festival, che veniva pubblicizzato come si usava allora con un altoparlante su un’auto (una Topolino) , prese altre strade. Si racconta che fu un assessore di Sanremo, passando da Viareggio, a intuire le potenzialità dell’evento e a portarlo via. Che sia vero o no, la storia ha premiato la riviera ligure. Ma il destino potrebbe “vendicarsi” in modo strano e, a suo modo, imprevedibile.
«Una manna»
Gli imprenditori turistici, alla sola ipotesi che Viareggio e la Versilia possano accaparrarsi un evento simile, saltano dalla sedia. «Sarebbe come una vincita al Superenalotto – dice Sandra Lupori, presidente dell’Associazione albergatori di Viareggio – Certo che è un evento su cui bisogna lavorare bene. Per esempio: dove si svolgerebbe? L’Ariston non è un teatro immenso, però una struttura adeguata a pubblico e riprese Rai serve. Penso all’Eden, ma potrebbe non essere delle dimensioni giuste. Sia chiaro: per me lo possono fare all’aperto, anche se siamo a febbraio, l’importante è riempire gli alberghi». Per Viareggio l’accoppiata con il Carnevale sarebbe una fantastica doppietta. «Potrebbe esserci qualche problema per la concomitanza, ma avercene problemi così – prosegue Lupori – Se capita una cosa del genere, anche se le date si accavallassero ce ne faremmo una ragione. Come fai a non farti prendere dall’entusiasmo? Il Festival porta pubblico, operatori Rai, i cantanti e i loro staff. Se succederà, la città dovrà essere pronta e operativa 24 ore su 24 in quella settimana».
I nodi Rai-Sanremo
Le frizioni tra la Rai e Sanremo sono ormai all’ordine del giorno quando si parla dell’organizzazione del Festival. Può darsi che siano voci anche create ad arte, per convincere le autorità liguri a scendere più a miti consigli: ma che la Rai cerchi un’alternativa non è un mistero. Ci sarebbero troppi episodi recenti che hanno incrinato il rapporto: ricorsi, bandi discussi, richieste economiche crescenti – si parla di un milione di euro in più oltre a una quota degli introiti pubblicitari – e la mancanza di investimenti infrastrutturali (come il mai realizzato auditorium promesso dal 2008). Perciò la pazienza dei dirigenti del servizio pubblico sembra esaurita. L’Ariston viene ritenuto un simbolo bisognoso di adeguamenti, e l’obiettivo dell’organizzazione è individuare un luogo sempre sulla costa, ma con qualità di servizi e di infrastrutture per lo spettacolo.