Viareggio, investito e ucciso dal suv: Cinzia Dal Pino rischia il processo per omicidio aggravato da crudeltà
Notificato l’avviso della conclusione delle indagini sul delitto in Darsena. Il pm titolare dell’inchiesta potrebbe formulare la richiesta di rinvio a giudizio tra una ventina di giorni
VIAREGGIO. La Procura di Lucca (pubblico ministero Sara Polino) ha chiuso le indagini sulla morte di Noureddine Mezgui, 52 anni, avvenuta in Darsena nella serata dell’otto settembre 2024. Lo scorso fine settimana l’avviso chiusura indagine è stato notificato all’avvocato Enrico Marzaduri che difende Cinzia Dal Pino, l’imprenditrice balneare di 65 anni alla quale la Procura contesta l’omicidio volontario che ha stroncato la vita di Mezgui, originario del Marocco. Omicidio volontario al quale la stessa Procura collega una serie di aggravanti pesanti. Dall’avere agito per motivi futili, rispetto al furto della borsa della donna compiuto da Mezgui, e con crudeltà, soprattutto relativamente a quanto è stato sotto gli occhi di tutti fin dal primo momento, nelle immagini delle telecamere: i ripetuti tentativi che Dal Pino, a bordo di un Suv Mercedes, mette in atto per colpire con il mezzo l’uomo che procede a piedi.
La vittima – così la ricostruzione emersa dalle indagini che si sono avvalse di una consulenza tecnica specialistica su immagini delle telecamere e scatola nera presente nell’auto – non ha avuto alcuna possibilità né di accorgersi per tempo della sorte cui andava incontro né di mettere in atto alcuna azione per riuscire a difendersi quando la grossa auto lo ha colpito alle spalle. Da questa dinamica, la Procura formula l’aggravante di minorata difesa, alla quale si aggiunge quella dell’utilizzo di mezzo insidioso.
Quando Noureddine Mezgui arrivò al Pronto soccorso dell’ospedale Versilia, grazie ai soccorsi chiamati da alcuni passanti (chi lo aveva investito, invece, era fuggita dopo essere scesa dall’auto per recuperare la propria borsetta) per lui non c’era più niente da fare. La lacerazione dell’aorta addominale aveva prodotto un’emorragia fatale, così come appurato dall’autopsia eseguita sul corpo dello straniero. Sul quale il medico legale ha riscontrato anche molte fratture.
Adesso l’imputata ha venti giorni per decidere, insieme al proprio difensore, se chiedere di essere ascoltata dalla pm o meno. E nella stessa tempistica il difensore può presentare le proprie memorie integrative. Poi starà al Pm procedere o meno con la richiesta di rinvio a giudizio, dopo la quale sarà fissata l’udienza preliminare in Tribunale a Lucca. Se la richiesta dalla Procura sarà accolta con conferma della contestazioni formulate, il processo sarà istruito davanti alla Corte d’Assise. Con ipotesi di una prima udienza già possibile per il prossimo mese di luglio.