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Più di venti milioni alle imprese «Così si finanzia l’economia reale»

Più di venti milioni alle imprese «Così si finanzia l’economia reale»

La prima agenzia toscana di Banca Progetto festeggia il primo anno di attività

22 aprile 2024
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Viareggio Mentre le grandi banche chiudono gli sportelli e diminuiscono gli impieghi, piccole e medie imprese cercano nuovi punti di riferimento per finanziarsi. A Viareggio, a giudicare dai numeri del primo anno di attività, ne hanno trovato uno molto efficiente in Banca Progetto, banca fintech (ovvero senza filiali) che ha aperto il 13 aprile 2023 la sua prima agenzia toscana in via Garibaldi, quella che Egisto Malfatti aveva ribattezzato la “via dei soldi”. Responsabile dell’agenzia è Gianfranco Antognoli, titolare di Aura Intermedia srl (unico agente monomandatario in Toscana), che pur essendo già operativa sul territorio l’anno scorso ha deciso di aprire un punto fisico a disposizione delle imprese utilizzando il brand della banca.

In dodici mesi l’agenzia ha erogato più di venti milioni di euro, un terzo dei quali da inizio anno. Tutti a favore di aziende che fatturano da 5 a 50 milioni. Aziende perlopiù toscane, ma non solo. E ovviamente aziende versiliesi, in primis del settore nautico.

La voglia di investire, evidentemente, non manca. «Sì – conferma Antognoli – ma il problema è un altro: i dati di Bankitalia e Associazione bancaria italiana dicono che nel 2023 le cinque principali banche italiane, ovvero quelle (Intesa, Unicredit, Bpm, Bper e Mps) che detengono il 70% del mercato, insieme (con la sola Mps in lieve controtendenza) hanno diminuito del 7% il totale degli impieghi a medio e lungo termine. Significa 55 miliardi in meno immessi nell’economia, quindi in investimenti. Il pil, la crescita e l’occupazione dipendono dagli investimenti, senza i quali il sistema si avvita. Le banche devono aiutare le imprese che investono, soprattutto le piccole e medie che rappresentano il 90% del tessuto economico nazionale. Invece in Italia le banche più grandi tendono sempre di più a fare intermediazione, raccolgono denaro remunerandolo a meno dell’1% e riscuotendo dalla Bce il 4%. Così guadagnano sugli interessi ma senza aiutare l’economia reale. Questo trend si va consolidando anche nel 2024: le uniche banche che danno soldi a piccole e medie imprese sono le banche di credito cooperativo, che però hanno una quota di mercato minore, e le banche fintech che operano con agenzie come la nostra. Che vanno a riempire il vuoto creato dalle grandi banche diminuendo gli impieghi e riducendo il numero delle filiali».

Se il bilancio del primo anno di attività è positivo, si può dire altrettanto per le prospettive? «Sì – risponde Antognoli – sempreché l’economia non si avviti. Se non si contribuisce tutti ad aiutare le imprese a investire e creare utili, valore aggiunto, ricchezza, pil, nessuno alla fine si può salvare. Noi comunque contiamo di crescere, con un incremento in linea con quello previsto per il nostro segmento di mercato, ovvero tra il 10 e il 20% all’anno». Tradotto: altri milioni da iniettare nell’economia reale.

Luciano Menconi


 

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