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«L’uso sfacciato del potere pubblico»: FdI all’attacco del Pd


	Cristina Manetti
Cristina Manetti

Il caso della patente di Cristina Manetti

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FIRENZE. «Il Pd e la sua segretaria nazionale Elly Schlein, che non perdono occasione di fare lezioni di morale, sono ora costretti a guardare al suo interno e a fare chiarezza».

A chiamare direttamente in causa la leader dem è il deputato e capogruppo della commissione Cultura di Fratelli d'Italia Alessandro Amorese. E lo fa in riferimento a quanto accaduto il 13 ottobre scorso lungo l’autostrada A11 all’altezza di Sesto Fiorentino, dove l’allora capo di gabinetto della presidenza della Regione Toscana e attuale assessore regionale alla cultura Cristina Manetti fu fermata da una pattuglia della Polizia stradale dopo che aveva imboccato la corsia di emergenza allo scopo, secondo l’accusa degli agenti, di eludere la coda. Una manovra costata alla politica pratese (che in un primo momento aveva presentato ricorso per poi ritirarlo nei giorni successivi) una multa da 430 euro, 10 punti in meno sulla patente di guida e la sospensione di quest’ultima per due mesi.

Sulla base inoltre della ricostruzione dei fatti eseguita dal ministero dell’Interno e diffusa pubblicamente dalla deputata toscana di Fratelli d’Italia Chiara La Porta (da poco eletta in consiglio regionale, dov’è capogruppo), all’accaduto in autostrada sarebbero seguiti l’arrivo di un’ambulanza, per un presunto malore accusato dalla stessa Manetti, e di due auto con a bordo il presidente della Regione Eugenio Giani e il suo consigliere delegato Alessio Spinelli. Lo stesso Giani, nelle ore successive, sempre secondo quanto riporta la nota del Viminale, avrebbe poi accompagnato Manetti direttamente nel palazzo del governo a Firenze per un colloquio con la prefetta.

Su tutto questo si sta scatenando un autentico polverone politico. Amorese (deputato FdI) si rivolge appunto alla segretaria del Pd: «Schlein dica se condivide la modalità Giani-Manetti di pressioni su Polizia stradale e prefetta per coprire l'azione furbetta della corsia di accelerazione in autostrada. Questa vicenda opaca sembra ad ora raccontare che la morale, per gli esponenti del Pd, è a piacimento, ricorrendovi quando non hanno nient'altro su cui attaccare». Insiste La Porta: «L'imbarazzo del partito di Giani è evidente». Le parole della parlamentare si riallacciano, in particolare, alla risposta data ieri mattina dal responsabile Esteri del Pd Giuseppe Provenzano a una domanda rivoltagli sul caso durante la trasmissione Agorà in onda su RaiTre. «Provenzano – aggiunge La Porta – si è rifiutato di difendere Giani e ha liquidato la vicenda con un “andrebbe chiesto a Giani e ai protagonisti della vicenda”. A questo punto il presidente venga a riferire al primo consiglio regionale utile».

Sempre da FdI l’eurodeputato Francesco Torselli parla di «Giani e Manetti come inadeguati a rappresentare le istituzioni», mentre da Firenze i consiglieri comunali della lista civica “Eike Schmidt” Eike Schmidt, Paolo Bambagioni e Massimo Sabatini tuonano: «In Toscana c'è una questione morale e siamo di fronte a un uso privato del potere pubblico sempre più sfacciato e, di conseguenza, deplorevole».

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