Il Tirreno

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Mobilitazione

Esodo e lavoro usurante: portuali in protesta sotto al Ministero

di Maurizio Campogiani

	(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

I lavoratori tornano a scioperare per chiedere l’istituzione del fondo di accompagnamento all’esodo e il riconoscimento di lavoro usurante

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ROMA. I lavoratori portuali tornano in piazza. Per lunedì prossimo, infatti, Filt Cgil, Uiltrasporti e Fit Cisl hanno organizzato una manifestazione che si terrà a partire dalle 15 a Roma, davanti alla sede del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. All’origine della protesta, la richiesta di provvedimenti per l’accompagnamento all’esodo e per il riconoscimento del lavoro usurante.

«È un impegno – scrivono i sindacati – sia sottoscritto nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, sia una previsione di legge, che non sono però bastati a renderlo esigibile», scrivono i segretari delle tre sigle.

Una norma su cui sono tutti d’accordo, ma che in questi anni non si è mai concretizzata. Nel frattempo «le lavoratrici e i lavoratori, così come le imprese – aggiungono i sindacati – stanno pagando l’accantonamento economico previsto ma, ad oggi, per un continuo rimpallo fra i ministeri competenti e ingiustificata assenza della politica, il Fondo che potrebbe risolvere in parte le criticità del sistema, non trova luce».
Per le organizzazioni sindacali la questione non è più rinviabile. «Senza contare – aggiungono – che il fondo potrebbe servire anche per la riqualificazione professionale dei lavoratori portuali in vista dell’introduzione dell’automazione e dell’intelligenza artificiale nelle operazioni portuali».
«Le lavoratrici e i lavoratori dei porti non possono ancora attendere invano uno strumento di cui i porti hanno un disperato bisogno – conclude il comunicato sindacale – perché la competitività di uno scalo marittimo si misura sull’efficienza e specializzazione della forza lavoro quale principale infrastruttura di un sistema portuale».

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