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La tragedia

Arezzo, morto a 2 anni all’asilo: la scelta di cuore dei genitori del piccolo Leo e i due grandi dubbi degli inquirenti

di Redazione web

	L'asilo in cui è avvenuta la tragedia 
L'asilo in cui è avvenuta la tragedia 

La scuola resta sotto sequestro. I carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi per documentare lo stato dell’area verde e verificare la visibilità del boschetto dall’esterno: prevista l’autopsia

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SOCI (AREZZO). Un dolore immenso attraversa la comunità di Soci, nel comune di Bibbiena, in provincia di Arezzo, dopo la morte del piccolo Leo, bimbo di due anni deceduto mercoledì 12 novembre all’asilo nido Ambarabà. La famiglia ha diffuso un breve messaggio spiegando che «in memoria di Leo, non sono graditi fiori. Per chi lo vorrà, sarà possibile contribuire con una donazione destinata a un progetto dedicato ai bambini del Casentino, che verrà realizzato in suo nome. Le coordinate bancarie saranno rese note a breve». Un invito a trasformare il dolore in un gesto concreto, che porterà il nome del piccolo e sarà destinato a iniziative per l’infanzia del territorio.

Le indagini sulla tragedia

Intanto prosegue l’inchiesta della procura per chiarire la dinamica dell’incidente avvenuto nell’area esterna della scuola, il cosiddetto “boschetto”, uno spazio verde utilizzato per attività all’aperto. Secondo le prime ricostruzioni, il cappuccio della felpa di Leo si sarebbe impigliato a un ramoscello, provocando il soffocamento. Resta da capire se il bambino stesse correndo o se si fosse arrampicato su un arbusto: un dettaglio ritenuto cruciale per valutare eventuali responsabilità. Un altro punto centrale riguarda il tempo trascorso prima che qualcuno si accorgesse di quanto stava accadendo. Cinque educatrici, compresa la responsabile della struttura, sono state iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto in vista dell’autopsia fissata per martedì 18 novembre, alla quale le indagate potranno partecipare con un consulente. La maestra che ha dato l’allarme non è indagata: era presente, ma non in turno.

I sopralluoghi e le verifiche

La scuola resta sotto sequestro. I carabinieri hanno effettuato diversi sopralluoghi per documentare lo stato dell’area verde e verificare la visibilità del boschetto dall’esterno. La procura ha incaricato anche il Pisll dell’Asl Toscana Sud Est di affiancare gli investigatori nelle verifiche sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e della struttura scolastica. Tra gli aspetti da chiarire ci sono la manutenzione degli arbusti, la gestione della zona esterna e la compatibilità dell’area con l’età dei bambini che la frequentavano.

La posizione della cooperativa

La cooperativa sociale Koinè, che gestisce il nido, ha avviato un’inchiesta interna da mettere a disposizione della magistratura. In una nota ha sottolineato che «l’ambiente, sia quello interno che quello esterno, è perfettamente a norma come risulta dalle certificazioni previste dalle leggi» e che la pianta coinvolta «non è un arredo del giardino ma una componente di un progetto didattico ed è oggetto di costante manutenzione». La cooperativa ha inoltre precisato che al momento della tragedia erano presenti 14 operatori per 60 bambini, un rapporto definito conforme alla normativa vigente.

Il cordoglio della comunità

La frazione di Soci è profondamente scossa. Nei giorni scorsi una fiaccolata ha attraversato le strade del paese, fermandosi davanti alla scuola dove erano stati lasciati fiori e peluche. Un gesto spontaneo di affetto e vicinanza che ora lascerà il posto alla raccolta fondi voluta dalla famiglia, destinata a un progetto dedicato ai bambini del Casentino.

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