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Pensioni di invalidità, sentenza “storica”: assegno minimo da 603 euro al mese garantito a tutti


	Una sede dell'Inps
Una sede dell'Inps

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la riforma Dini del 1995: cosa cambia

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Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 e rientra quindi interamente nel sistema contributivo potrà accedere all'integrazione al trattamento minimo in caso di invalidità.

La sentenza

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con una sentenza emessa a inizio luglio, dichiarando illegittimo il divieto che escludeva dal diritto all'integrazione al minimo l’assegno ordinario di invalidità riconosciuto ai lavoratori la cui capacità lavorativa, per motivi fisici o psichici, si sia ridotta a meno di un terzo rispetto alle proprie mansioni abituali. Tale limitazione era stata introdotta dalla riforma Dini del 1995.

Gli effetti concreti

Con questa decisione, quindi, chi riceve un assegno di invalidità calcolato interamente con il sistema contributivo e che risulti inferiore a 603 euro mensili, potrà beneficiare di un'integrazione fino a raggiungere questa soglia.

Per evitare un impatto economico eccessivo sulle finanze pubbliche – soprattutto in relazione al pagamento di eventuali arretrati – la Corte ha stabilito che gli effetti della sentenza avranno validità solo a partire dal giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, cioè dal 10 luglio 2025.

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