Più relazioni aperte e meno monogamia: perché non ha niente a che vedere col tradimento
La rivoluzione nei rapporti è tangibile, soprattutto fra i giovani. Coppia chiusa? Da Engels un indizio sulla sua natura culturale
Nonostante ci troviamo nel 2025, in un’epoca in cui si cerca sempre più di rivendicare i diritti e di abolire i dogmi sociopolitici e religiosi, il tema delle relazioni aperte suscita ancora sdegno da parte di molti. Ritengo che questa reazione sia dovuta principalmente a ignoranza, spesso al rifiuto di volere approfondire il tema, e riguardi soprattutto le persone di età più avanzata, nella cui concezione di organizzazione sociale sono più radicati pregiudizi e dogmi culturali.
Ma cosa si intende per "relazione aperta"? L’espressione indica una forma di non-monogamia etica e consensuale, come lo definisce un articolo pubblicato sul sito myScience, che può includere sia stili di vita orientati al piacere, come lo scambismo, sia relazioni più romantiche, come quelle poliamorose. La caratteristica comune è che le persone coinvolte hanno la libertà di avere altri partner con la consapevolezza e il consenso di tutte le parti. Sono dunque relazioni consensuali ed etiche, profondamente diverse dal tradimento. Tra "relazione aperta" e poliamore c’è una differenza. La prima si riferisce a due partner che, all’interno della propria relazione sentimentale, frequentano altre persone con il solo scopo di soddisfare il proprio piacere fisico. Il secondo si riferisce invece a coloro che hanno relazioni sentimentali in contemporanea con persone diverse. Nonostante non esistano ad oggi studi scientifici a dimostrarlo, la sensazione è che le "relazioni aperte" siano sempre più popolari soprattutto tra i giovani, i più disposti a sfidare le norme tradizionali, per soddisfare le proprie tendenze, rispetto a persone più adulte e anziane legate a idee conservatrici.
A mio avviso si possono individuare due principali cause di questo fenomeno, entrambe di tipo culturale. Una è l’accettazione, da parte della società, delle relazioni omosessuali, un tempo fortemente contrastate. Oggi, insomma, le persone si sentono più libere di esprimere i propri gusti legati alla sessualità. La seconda è che, con la crescente diminuzione di persone sposate, oggi è più frequente cambiare partner, divorziare e avere figli fuori dal matrimonio, senza essere socialmente stigmatizzati. Arriviamo adesso alla questione più dibattuta, alla quale nessuno è riuscito ancora a darsi una spiegazione certa: l’uomo, per natura, è monogamo, o la monogamia è soltanto un’imposizione socioculturale? Ritengo che la monogamia sia principalmente determinata dalla cultura. Se non fosse culturalmente determinata, non si spiegherebbe l’alto numero di tradimenti. Inoltre dal punto di vista filosofico condivido la posizione del filosofo tedesco Friedrich Engels (1820-1895), il quale sosteneva che la monogamia fosse strettamente influenzata dal concetto di eredità e proprietà privata: le persone volevano essere sicure che i figli che ereditavano le loro ricchezze fossero biologicamente i loro e la monogamia, soprattutto quella femminile, era il modo più semplice per raggiungere l’obiettivo. Esistono molte altre teorie opposte a riguardo, ma ritengo questa significativa per sottolineare come l’affermazione "la monogamia è naturale" sia piuttosto controversa.
* Studente del liceo XXV Aprile di Pontedera