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Il caso

Si toglie la vita dal viadotto perseguitata dai truffatori, la sorella: «Strozzata dai criminali dei bitcoin» – Video

di Matteo Tuccini

	La vittima e il viadotto di Bozzano
La vittima e il viadotto di Bozzano

Massarosa: Katia Palagi, 56 anni, è stata ingannata on line. La sorella Marisa: «Era minacciata, ora si indaghi». Il racconto di una tragedia che ruota intorno alla promessa di un guadagno facile con le criptovalute

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MASSAROSA. «Mia sorella non era una persona debole. E non era una persona sola. Qualcuno deve averla minacciata, fino a spingerla all’angolo. Qualcuno ha messo in mezzo noi familiari. E lei ha deciso di farla finita per evitare che pagassimo noi le conseguenze di quello che aveva fatto». Marisa Palagi ha la forza di non cedere al groppo che le sale in gola, mentre racconta l’ultima decisione di Katia. La sua amata sorella il 12 novembre si è gettata nel vuoto dal viadotto autostradale di Bozzano, a pochi chilometri da casa. Aveva 56 anni.

Quelle parole al compleanno

Marisa si guarda intorno, si fa forza con il marito Michele che le sta a fianco e il loro piccolo esercito di cani. Nella loro villetta accogliente – siamo nel paese di Piano di Conca, rifugio verde vicino a Viareggio – si vede che la famiglia e gli affetti sono trattati con cura. «Ora mi tormento: quando Katia mi ha detto che aveva fatto un investimento, e mi diceva: “Vedrai, vedrai”, forse avrebbe potuto accendersi una spia dentro di me». Quel «vedrai» viene pronunciato da Katia Palagi, impiegata amministrativa in una scuola di Massarosa, a una festa di compleanno nel 2022.

L’investimento online

L’investimento di Katia è in Bitcoin, tramite una piattaforma che su Internet promette guadagni veloci e molto rilevanti con il cosiddetto trading on line. Il primo bonifico è di qualche migliaio di euro. «I referenti di questo portale – racconta Marisa – le dicono più volte che le cose stanno andando bene, che i soldi stanno fruttando. Le mostrano grafici in crescita, fatti chissà come». Ma quando a giugno, mesi dopo il versamento, Katia chiede di riscattare il capitale – pensando che sia cresciuto notevolmente – la risposta è: i soldi sono in un circuito internazionale, ci sono tasse da pagare per avere l’intera somma. Katia prende in prestito del denaro, perché non ha più il tesoretto da parte, e versa quanto richiesto.

La truffa

Ma l’estate passa senza che il denaro venga restituito. Nemmeno un euro. A quel punto la donna ha già informato i familiari che c’è qualcosa che non va. E che l’investimento on line si sta rivelando una truffa. «A settembre di quello stesso 2022 – prosegue Marisa – dopo aver atteso invano un bonifico, decidiamo di fare denuncia alla Guardia di finanza. Nel frattempo c’è una persona che si offre di aiutarla, in buona fede. Ma tutte le volte che cerchiamo di capire come tornare in possesso del denaro, ci viene detto che mancano i “requisiti”». Katia e la sua famiglia ipotizzano che sia una questione di password, anche se a quel punto è difficile orientarsi in una giungla sconosciuta. Ed ecco che interviene una nuova società, «anche se pensiamo che possano essere stati gli stessi, con altri nomi e cellulari». Ci sono almeno un uomo e una donna coinvolti, più altre voci che chiamano con accento straniero, per bonifici in Spagna e in Lituania. Tutti promettono di aiutare a recuperare il denaro perso, ormai ammontante a varie migliaia di euro. «Siamo nel luglio del 2023: fanno aprire un conto a Katia e le dicono di versare un po’ di soldi, non molti». Il laccio si stringe, ancora.

L’uso dell’intelligenza artificiale

In una maniera che definire perversa è poco: si utilizza l’intelligenza artificiale per simulare la presenza video di un’avvenente giornalista inglese, che promette mirabolanti affari grazie al commercio on line. La giornalista inglese esiste davvero, ma è ignara di tutto. Farà denuncia a sua volta. Katia finisce in un vortice: i truffatori usano un sistema di triangolazioni, per cui i soldi delle varie vittime del raggiro girano tra loro, col risultato che loro si denunciano a vicenda e i veri responsabili sono schermati. «La piccola parte di denaro che Katia si vede restituire appartiene, in realtà, a un altro truffato: così mia sorella è stata a sua volta indagata – dice Marisa –. Siamo ormai nel 2024, e negli ultimi mesi dell’anno nessuno pensa a quello che farà».

La tragedia

Il 12 novembre Katia si toglie la vita, lasciando un foglio dove dà indicazioni chiare. «Il giorno successivo siamo tornati alla Guardia di finanza – dicono Marisa e il marito –. Abbiamo chiesto che indagassero per istigazione al suicidio. Il suo telefono continuava a squillare e squilla tuttora. I suoi truffatori-persecutori l’hanno minacciata, è sicuro. Hanno detto che sapevano dove stava di casa, dove vive la sua famiglia. Le avranno detto che si sarebbero rivalsi su di noi. E lei si è sentita persa». Adesso Marisa, dopo aver portato alla luce il caso di Katia anche a “Chi l’ha visto?”, chiede agli inquirenti «di indagare, per quanto ci rendiamo conto che è difficile trovare i responsabili. E a tutti coloro che si sentono attratti dalle facili promesse sul web diciamo: è un attimo ritrovarsi avviluppati nella rete. Fermatevi, chiedete aiuto».

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