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Prostituzione a Grosseto, centri estetici trasformati in case a luci rosse: 5 arresti e un giro d’affari da 1 milione di euro – Video

Prostituzione a Grosseto, centri estetici trasformati in case a luci rosse: 5 arresti e un giro d’affari da 1 milione di euro – Video

Determinanti le intercettazioni: i carabinieri sono riusciti a ricostruire la gestione di queste attività. Molti i clienti

20 novembre 2024
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GROSSETO. A Grosseto, Prato e Milano i carabinieri hanno dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. È questo l’esito del blitz scattato ieri (martedì 20) a Grosseto.

Le indagini

Le investigazioni, avviate nel novembre 2023, nel corso di una più ampia attività di monitoraggio e controllo di centri estetici di Grosseto, ha avuto inizio con un’attività informativa connessa ad “anomale” pratiche di massaggi orientali svolte da ragazze in tre fondi commerciali, risultati poi adibiti a vere e proprie “case di appuntamento”. Locali nei quali, durante l’attività svolta dai carabinieri, si recavano molti clienti. I centri in questione erano pubblicizzati sul web annunci relativi anche a prestazioni sessuali, riportanti riproduzioni fotografiche ritraenti ragazze con tratti orientali in foto di nudo esplicito.

Le intercettazioni

Nel tempo, alle attività di polizia tradizionali si sono affiancate quelle di natura tecnica: le intercettazioni, infatti, sono risultate determinanti per svelare i presunti reati oltre a definire il giro d’affari dell’illecita attività stimato in circa 1 milione di euro l’anno.

In particolare, secondo i carabinieri emergeva la figura di un uomo, risultato avere un ruolo di primario rilievo nell’attività di prostituzione oggetto di indagine, poiché lo stesso, utilizzando l’identità di un’altra persona, aveva provveduto all’apertura di “case d’appuntamento” a Grosseto, al pagamento di numerosi canoni di locazione di questi locali, al pagamento di cospicue somme di denaro in favore delle società gestrici dei siti internet, sui quali venivano pubblicizzati gli annunci delle prestazioni sessuali dei tre centri, a tenere numerosi contatti telefonici con le utenze in uso alle gestrici delle “case di appuntamento”, apparendo un punto di riferimento trainante nella conduzione dell’attività di prostituzione.

Come funzionava la gestione

Da quanto emerge, in ciascuno dei tre centri coinvolti vi erano quattro donne, rivelatesi autentiche maitresse deputate al “presidio” in modo pressoché costante delle attività, a ricevere le telefonate dei clienti a cui venivano fornite precise indicazioni sulle modalità di accesso, ad accoglierli al momento del loro arrivo, a prendere in consegna direttamente dal cliente o per il tramite della prostituta le somme corrisposte per le prestazioni sessuali, a reclutare le singole prostitute.

Altre tre persone sono indagate in stato di libertà per il loro apporto di agevolazione all’attività di prostituzione svolta nei centri, concretizzatosi in sostegni logistici e trasferimenti nelle case d’appuntamento delle prostitute.

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