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Balneari in Toscana, quanto guadagnano? La metà di loro dichiara il falso: i numeri

di Martina Trivigno
Balneari in Toscana, quanto guadagnano? La metà di loro dichiara il falso: i numeri

Secondo il Dipartimento delle Finanze, il 50% delle imprese del settore ha riportato un voto inferiore a 8, livello considerato sotto la sufficienza

09 maggio 2024
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Per il fisco una dichiarazione su due delle imprese balneari è infedele. Lo dicono gli Isa, gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (gli ex Studi di settore). Questi indicatori misurano attraverso un metodo statistico-economico dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta e forniscono una sintesi di valori con cui verificare la normalità e la coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti.

I dati 

È il Dipartimento delle Finanze a diffondere i dati che si riferiscono alle dichiarazioni Isa del 2021 delle imprese balneari italiane (le ultime a oggi disponibili), ma la situazione nazionale “ricalca” quella toscana: in pratica, la metà delle imprese balneari – sono 914 in totale in Toscana – ha riportato un voto inferiore a 8 e dunque non sarebbe virtuoso nel pagamento delle tasse. I ricavi di questi stabilimenti ammontano a 187 mila euro, mentre il profitto medio è di 14mila. Chi invece ha ottenuto un voto superiore a 8 (dunque i virtuosi secondo gli Isa) dichiara ricavi di circa 251mila euro e un reddito di 47mila euro. Infine, c’è una piccola parte di imprese con ricavi inferiori a 30mila euro.

I premi e i controlli

«Il riscontro trasparente della correttezza dei comportamenti fiscali consente di individuare i contribuenti che, risultando affidabili, avranno accesso a significativi benefici premiali», spiega l’Agenzia delle entrate. L’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale non è obbligatoria per tutti i contribuenti, ma può rivelarsi un vantaggio. Un punteggio alto può infatti consentire di accedere a misure premiali, come la riduzione dei termini di pagamento delle imposte, la fruizione di un regime di controlli fiscali semplificati o essere esonerati dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta. Di contro, potranno essere inviati i controlli ai “furbetti”: in altre parole chi ha un voto inferiore all’8 rischia gli accertamenti.

Il metodo

La metodologia adottata dall’Agenzia delle entrate per assegnare il punteggio alle aziende tiene conto di una pluralità di indicatori, riconducibili a due gruppi: gli indicatori elementari di affidabilità che valutano l’attendibilità di relazioni e rapporti tra grandezze di natura contabile e strutturale e gli indicatori elementari di anomalia che segnalano situazioni di gravi incongruenze contabili e gestionali o disallineamenti tra dati e informazioni presenti nei diversi modelli di dichiarazione, o che emergono dal confronto con banche dati esterne.

Il sindacato

Fabrizio Lotti, vicepresidente nazionale di Fiba-Confesercenti e alla guida dello stabilimento “La Capannina” a Piombino, precisa che «deve essere valutata l’attendibilità dei dati». Sì, perché, precisa Lotti, esiste un prima e un dopo la pandemia. «Negli ultimi anni c’è stato un aumento significativo dell’uso della moneta elettronica: in un lustro siamo passati dal 20 all’80% – precisa – Nel mio caso, se cinque anni fa i pagamenti elettronici ammontavano a 30mila euro, oggi sono a più di 220mila con il Pos (il dispositivo che permette di accettare pagamenti con carta di credito, bancomat e prepagata, ndr). Allo stesso tempo, sono cresciute moltissimo le prenotazioni online: così diventa davvero difficile non essere trasparenti nelle dichiarazioni».


 

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