Il Tirreno

Toscana

Il dibattito

Un mondo meno globalizzato è la vera sfida del porto di Livorno

di Federico Lazzotti

	Gli ospiti al forum del Tirreno (foto Silvi)
Gli ospiti al forum del Tirreno (foto Silvi)

Le tensioni internazionali, la necessità di riportare nel Paese alcune produzioni e i rischi di crisi economica sono stati tra i temi centrali del forum del “Tirreno”

17 aprile 2024
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LIVORNO. “Gli scenari della nuova portualità tra la Darsena Europa e i traffici nel delicato contesto internazionale”. È questo il titolo del forum coordinato dal caporedattore centrale Luca Daddi che si è svolto ieri nel salone del Tirreno e che ha visto la partecipazione dei big della portualità livornese tra progetti e obiettivi. A cominciare dal presidente dell’Authority Luciano Guerrieri che ha fatto il punto su tempi ed eventuali costi aggiuntivi della grande opera che rivoluzionerà lo scalo livornese.

Un incontro che è stato anche l’occasione per presentare “Tirreno Shipping”, il nuovo portale del nostro giornale dedicato alla portualità. Al dibattito hanno partecipato Nereo Marcucci, delegato per le infrastrutture di Confindustria Toscana Centro e Costa, Gloria Dari vicepresidente Confetra Toscana (la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica) con delega ai porti, Giovanni Tognotti, presidente di Spedimar, l’associazione di spedizionieri, e Francesca Scali, presidente di Asamar, l’associazione che raccoglie gli agenti marittimi.

Raccontare la portualità

«Si tratta – ha spiegato in apertura il direttore del Tirreno Cristiano Marcacci facendo gli onori di casa – di un momento di confronto e approfondimento. Le questioni della portualità e del possibile sviluppo, non possono che essere centrali per il nostro giornale e la nostra comunità. Da un lato la Darsena Europa e dall’altro quello che sta accadendo nello scacchiere internazionale e le ricadute su traffici. Senza tralasciare ricadute e sostegni. Il Tirreno vuole schierarsi al vostro fianco e vuole raccontarvi di più e meglio».

Logistica e produzione

Molti gli argomenti che gli ospiti hanno affrontato, le zone logistiche semplificate, il binomio tra logistica e produzione e la convivenza tra container, ro.ro e crociere. Come ha sottolineato in apertura Marcucci: «La Darsena Europa è necessaria per delocalizzare il terminal contenitori e dare spazi a nuove merci che ora soffrono. In questo caso i tempi sono importanti, quindi mi soffermerò su questi, perché prima di andare a cena si va a pranzo». In altre parole, visto che la piattaforma sarà pronta, se tutto va bene a fine 2027, ci sono ancora tre anni in cui lo scalo livornese deve vivere e convivere nel miglior modo possibile. Detto che ricette «non ce ne sono» è guardando alla situazione fuori da noi che dobbiamo cercare, sperando di trovarla, una strada: «Dai telegiornali – prosegue Marcucci – ci raccontano che sta salendo la tensione. Il risultato è che una nave di Msc è stata aggredita. Dunque anche i costi della sicurezza aumentano. Nel periodo Covid le compagnie ridussero i viaggi e aumentarono i noli. Ora aggiungono navi sulla linea e hanno duplicato i viaggi per tagliare i ritardi. Il domani prossimo? Quando leggo che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha convocato gli attori del mare per fare il punto su economia del mare, vedo Trieste, vedo Livorno e faccio un ragionamento: la logistica è derivata da produzione e consumi. Adesso la Cina rivede i consumi, gli Stati Uniti stanno tornando alla produzione inside . Credo che il futuro sarà deglobalizzato e non avrà caratteri esponenziali come dall’ingresso della Cina nel World Trade Organization. Per Livorno è necessario avere navi un po’ più grandi, poi scouting che si stanno avviando nel centro nord per verificare cosa si possa fare. Ma se non riprende la produzione manifatturiera, è inutile parlare di incremento della logistica. Ecco perché dobbiamo riprendere a produrre. E in questo contesto la nuova vita della Trw (la mega ex fabbrica sul retroporto rilevata da Piero Neri, vicepresidente vicario di Confindustria Toscana Centro e Costa, ndr ) ha una rilevanza determinante, poiché la logistica sta a valle di consumi e produzione».

Il piano opere

Di queste esigenze – collegamenti e arrivi di navi più grandi a Livorno – è consapevole il presidente dell’Authority. «Il mondo della produzione si sta adeguando, ci sono iniziative sulla riduzione del rischio e sulla continuità produttiva, tutto ci cambia sotto gli occhi». Così sono in calendario lavori in porto e collaborazioni con altri scali. «A giugno stipuleremo un accordo con il porto di Damietta, in Egitto, nell’ambito delle politiche tra porti per sviluppo di traffici». Sugli interventi sullo scalo il piano è chiaro: «Dragaggi per aumentare la profondità dei fondali, lavori lungo il canale che costeggia la Torre del Marzocco, il “taglio” della diga della Vegliaia, oltre alla risagomature delle banchine» Tutto in attesa dei lavori per la costruzione della Darsena Europa e la sua realizzazione. «Si tratta di un un’opera destinata ad essere resiliente: più alta di un metro mezzo in vista dell’innalzamento delle acque nei prossimi anni. È un progetto appaltato con il top delle aziende, nell’offerta la tempistica è inferiore di sei mesi rispetto alla prima versione: 4 anni da inizio lavori». Per dare i numeri, si tratta di una piattaforma con 7, 3 chilometri di banchine e tre terminazioni, per un totale di 16mila metri cubi di dragaggio con una cassa di colmata con tecniche per costruire nel frattempo un nuovo piazzale. Così che «a fine lavori ci sarà un nuovo terminal contenitori e poi un piazzale per ro.ro». Detto dei tempi, ora ecco i costi: 500 milioni già stanziati («è il secondo investimento dopo la diga di Genova») e altri 160 milioni tra mutui, accantonamenti e richieste al governo, nel caso i costi lievitassero. Ma questo non può bastare senza le necessarie connessioni. «Dobbiamo essere capaci in un tempo medio lungo, di avere maggiore connessione su mercati di consumo ma anche di poter contare su industria del territorio. E poi spazi a mare e connessioni, come lo scavalco con interporto, lavoro sulla Firenze-Bologna per nuove connessioni con semirimorchi che ora non è possibile effettuare». 

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