Prato, sale la tensione: un altro presidio sindacale attaccato dai cinesi
Scaramuccia in via Genova davanti a una confezione. Il sindacato Sudd Cobas indice una manifestazione per il 30 novembre in memoria delle vittime della Teresa Moda
PRATO. Continua a salire la tensione tra alcuni imprenditori cinesi e il sindacato Sudd Cobas, impegnato in numerose vertenze per ottenere migliori condizioni di lavoro nelle fabbriche gestite dagli orientali. L’ultimo episodio cruento, dopo l’aggressione di lunedì di cui hanno fatto le spese due poliziotti della Digos davanti all’Euroingro di via Gora del Pero, è avvenuto nella prima mattinata di oggi, 20 novembre, in via Genova. Intorno alle 8 un gruppo di cinesi ha smantellato con la forza il gazebo messo dal Sudd Cobas davanti alla sede di una confezione che lavora per l’azienda Elafilo. Sul posto c’erano alcuni lavoratori e sindacalisti, che hanno tentato invano di impedire l’azione. Un’ora dopo, quando sono intervenuti i vigili del fuoco per aprire la porta del capannone (sembra fossero state perse le chiavi) i titolari dell’azienda hanno chiamato un’ambulanza facendo soccorrere in codice giallo un uomo di 39 anni. Da chiarire come si sia fatto male. Sul posto anche polizia e carabinieri.
«L'alleanza degli sfruttatori ha cercato di colpire ancora – si legge in una nota del Sudd Cobas – Stamattina il picchetto degli operai Elafilo in via Genova è stato attaccato da un gruppo diretto dal padrone dell'azienda. Lavoratori e sindacalisti strattonati e tentativo di investire una attivista. Il presidio sindacale divelto. Nessuno si è fatto male. La tensostruttura è ancora in piedi. Ma si conferma il dato inquietante di un gruppo di padroni che organizza sistematicamente la violenza per difendere lavoro nero e sfruttamento. Sapevamo già che Elafilo faceva parte del gruppo di aziende che hanno scelto la guerra al sindacato. Dopo essere stata costretta a regolarizzare i lavoratori della produzione di elastici per abbigliamento dopo uno sciopero in primavera, l'azienda ha cambiato strategia e deciso di adottare la tecnica "chiudi e riapri". Fabbrica smantellata dal giorno alla notte, macchinari spostati chissà dove e operai lasciati senza lavoro, stipendi e Tfr. Per questo la protesta si è spostata in via Genova, dove la stessa impresa svolge il confezionamento dei capi».
«Abbiamo già dimostrato più volte che queste azioni sono destinate a fallire – aggiunge il Sudd Cobas – Sono già tre le aziende della Euroingro che hanno già ceduto e firmato di accordi 8x5 con il sindacato. Con le altre due, sono riprese le trattative. Non tornerà la paura. Non vincerà la violenza. Il futuro di questo distretto deve essere e sarà il lavoro dignitoso. E attraverso gli scioperi e la partecipazione attiva e democratica i lavoratori continueranno ad essere i protagonisti di questo cambiamento. Per questi motivi domenica 30 novembre invitiamo chi voglia stare al fianco delle lotte dei lavoratori del distretto al memoriale alla Teresa moda. Una fiaccolata rumorosa per ricordare gli operai che hanno perso la vita nel rogo della Teresa moda. Nella notte tra il 30 e 1 dicembre 2013 Prato ha fatto i conti con le più gravi conseguenze dello sfruttamento: la morte. A 12 anni da quell'evento dove 7 lavoratori cinesi persero la vita, c'è ancora chi prova a difendere il suo diritto a sfruttare. Ma oggi c'è anche una comunità in lotta che vuole difendere i diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici. E sta reagendo per cambiare questo sistema. Domenica 30 novembre sarà la manifestazione di chi vuole reagire a questi attacchi da parte degli sfruttatori e ricordare chi sono davvero le vittime di questo sistema brutale».
«Ancora una volta, l’alleanza degli sfruttatori ha mostrato il suo volto violento contro chi rivendica diritti e dignità –commenta il deputato di Avs Marco Grimaldi – L’aggressione al presidio degli operai Elafilo è un fatto gravissimo: il Governo e le autorità non possono più voltarsi dall’altra parte. Serve un intervento immediato per fermare chi organizza la repressione contro i lavoratori. Il diritto di sciopero è sacro e non negoziabile. I sindacati devono restare uniti, attorno alla lotta per un lavoro regolare e sicuro».
