Calcio
Prato, si fa male durante un amplesso e cita in giudizio l’assicurazione
Un quarantenne chiedeva 15mila euro, alla fine ne ha ottenuti poco più di mille: l’episodio e i motivi
PRATO. Al posto del rettangolo verde era impegnato in un altro rettangolo: il materasso. Senza l’erba, ma più morbido. Solo che la foga agonistica declinata in notturna gli provocò ugualmente il più classico degli infortuni che capitano a un calciatore in campo. Quello della rottura del legamento crociato con interessamento del menisco.
Nessun contrasto di gioco. Niente avversari. Anzi, un’accoglienza migliore non poteva pretenderla. Stava avendo un rapporto sessuale con la compagna e nell’amplesso fuori controllo con il ginocchio destro finì tra rete e sponda del letto. Un incastro da cui tentò di uscire con una mossa rapida, ma più dolorosa di quanto avesse già patito al momento del “palo” preso in pieno. Il ginocchio fece crac, l’intimità interrotta con i gemiti sostituiti dalle urla e la nottata conclusa al pronto soccorso. Ora quell’episodio privato è diventato una causa civile con il 42enne pratese, protagonista dell’incidente domestico, che ha citato in giudizio l’assicurazione accusandola di inadempienza contrattuale. Le chiedeva un risarcimento di 15mila euro in forza di una polizza che, al contrario, per la compagnia non avrebbe coperto quella lesione. Oggetto dell’assicurazione erano «le conseguenze degli infortuni occorsi nello svolgimento delle attività professionali dichiarate nella polizza e nello svolgimento di ogni altra attività senza carattere di professionalità». Per chiudere la vicenda la compagnia gli aveva versato 800 euro. Ma il cliente li aveva ritenuti un anticipo sul maggiore avere. Di qui la causa che alla fine ha visto la compagnia soccombere, ma per non le cifre pretese dall’assicurato. Il giudice onorario Maria Carmen Napolitano gli ha riconosciuto 304,80 euro a titolo di danno biologico temporaneo e 180,48 euro per spese mediche.
L’episodio
La storia risale alla notte del primo novembre 2018. Il fatto non è mai stato messo in discussione. Anche la compagna del 42enne è stata chiamata a testimoniare e sul punto nessuno ha avuto da ridire su dinamica e contesto. Il racconto dell’uomo parte dall’incidente domestico-sessuale: «Il primo novembre 2018 di notte verso le una e le 2 mi trovavo in casa, stavo avendo un rapporto sessuale con la mia ragazza ed il ginocchio destro è rimasto incastrato tra il materasso ed il bordo del letto, ho effettuato una rotazione e ho sentito crac. Ho dovuto chiamare l’ambulanza». Non era un infortunio banale. Rottura dei legamenti del crociato del ginocchio destro e compromissione del menisco. A gennaio era stato operato e dall’ospedale di Prato era uscito con una prognosi di 30 giorni e un tutore. Il duello di consulenze tra cliente e assicurazione ha, però, portato alla luce una precedente rottura composta del menisco.
E la compagnia è stata granitica nel far valere le condizioni generali della polizza che escludono «l’operatività dell’assicurazione per le invalidità permanenti preesistenti alla data di effetto dell’assicurazione nonché per quanto imputabile a condizioni fisiche o patologiche preesistenti della persona assicurata». Una tesi in parte condivisa dal Tribunale secondo il quale il 42enne «non ha dimostrato che le conseguenze derivate dall’infortunio siano esclusivamente derivate dall’infortunio a lui occorso attesa la presenza di un quadro preesistente di degenerazione legata all’invecchiamento del tessuto».