Il Tirreno

Prato

Tribunale

Prato, morì cadendo dal treno: cinque a giudizio, c’è anche il padre della vittima. Tutti i nomi

di Massimo Braglia

	Claudio Vita, il giovane morto cadendo dal treno
Claudio Vita, il giovane morto cadendo dal treno

Udienza preliminare a Massa per il processo che vede due pratesi come parti lese

08 maggio 2024
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PRATO. Cinque rinviati a giudizio, un prosciolto per non luogo a procedere, e un assolto (per il reato di minacce, con estinzione del reato per l’ipotesi sequestro di persona): questo l’esito dell’udienza preliminare per la vicenda scaturita dalla tragica morte dell’imprenditore Claudio Vita, 31 anni, nella notte tra il 18 e 19 aprile 2021, all’epoca titolare del Vintage al Cinquale. A giudizio andranno il padre della vittima, Lamberto Vita; l’aiuto cuoco dell’epoca Daniele Cavallaro; il cliente Cristiano Bascherini, e due giovani donne, Arianna Rovai, compagna di Claudio, e Irene Mignani, compagna di Cavallaro: così ha deciso il gup Dario Berrino (la pm titolare dell’inchiesta è la dottoressa Giulia Giancola, in aula ieri c’era la dottoressa Marianna Di Palo).

Lo chef Alessio Bertoneri, assistito dall’avvocato Dino Del Giudice, aveva scelto il rito abbreviato (che assicura uno sconto di pena); in via preliminare, aveva offerto una somma di cinquemila euro a titolo di risarcimento per l’episodio del sequestro di persona "semplice"; sulla base della legge Cartabia, essendo un reato perseguibile su querela di parte, se il giudice ritiene congrua quella cifra (già accettata dalla parte civile, che aveva ritirato la querela), si dichiara l’estinzione del reato, e così è stato per il capo A, il sequestro appunto; restava in piedi l’ipotesi di minacce, la pm aveva chiesto complessivamente cinque mesi e dieci giorni, il giudice lo ha assolto; soddisfatto l’avvocato Dino Del Giudice, «sia per la scelta del rito abbreviato che per l’esito»; «si è rivelata giusta la scelta fatta sul piano della procedura, con le opportunità legate alla legge Cartabia ma anche alla precedente riforma Orlando sulle condotte riparatorie».

Prosciolto, con non luogo a procedere come detto Alessio Valentini, barista, difeso da Enzo Frediani; era stato indicato da una delle parti civili come presente fra gli inseguitori alla stazione di Massa, ma lui si era dichiarato estraneo, e poi le telecamere hanno confermato che non era a bordo delle tre macchine che cercavano di trovare il fuggitivo Michael Pellegrino e, al Vintage, dove secondo l’accusa sarebbe stato tenuto sequestrato Enrico Orlandi, l’altro pratese parte civile nel procedimento, lui sosteneva di aver solo fatto il suo lavoro. Impostazione difensiva accolta dal giudice.

A processo sia per sequestro che per minacce Cristiano Bascherini, un cliente che quella sera si trovava al Vintage, assistito dall’avvocato Roberta Caldani; l’aiuto cuoco Daniele Cavallaro (avvocato David Giovanni Cappetta); Irene Mignani, compagna di Cavallaro, anch’essa difesa dall’avvocato Cappetta; Arianna Rovai, che era la compagna di Claudio Vita (avvocato Paola Baroncelli del foro di Firenze); Lamberto Vita, padre di Claudio Vita (avvocati Enrico Marzaduri e Adele Boris): dovrà affrontare, il prossimo 10 settembre, davanti al giudice Antonella Basilone, un processo in cui è rimasto vittima il giovane figlio.

Le parti lese sono i pratesi Michael Pellegrino (che dopo una fuga rocambolesca a piedi dal Vintage alla stazione di Massa, era salito su un treno merci, sul quale salì per poi precipitare a terra e morire anche Claudio Vita) ed Enrico Orlandi, tenuto sequestrato secondo l’accusa per ore, e portato in macchina fino a Pisa; sono assistiti dagli avvocati Leonardo Pugi di Prato e Giuseppina De Luca di Firenze.

Era la tarda sera di domenica 18 aprile del 2021 quando due amici pratesi, Enrico Orlandi, che oggi ha 26 anni, e Michael Pellegrino, 31 anni, decidono di trascorrere la serata al Vintage di piazza De André a Montignoso. Tutto scorre liscio fino a quando il titolare Claudio Vita, 32 anni, non si accorge che è sparito il suo portafoglio con cinquemila euro. I soldi con i quali dovevano essere pagati i dipendenti. Vengono accusati i due pratesi: uno scappa, Michael Pellegrino, l’altro viene trattenuto a forza. Pellegrino alla stazione quanto vede arrivare le auto giunte dal Vintage, salta su un treno merci, prima carrozza; Claudio Vita salta sull’ultima carrozza. A Montiscendi, dopo pochi chilometri, Vita è sbalzato fuori, non c’è scampo per lui, è trovato morto la mattina dopo. Una settimana dopo, alla riapertura del locale dopo la chiusura per lutto, il suo portafoglio salta fuori con i suoi cinquemila euro, dietro a una scatola di zucchero.

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