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Acqua nel serbatoio dell’auto: impianto di carburanti condannato

Acqua nel serbatoio dell’auto: impianto di carburanti condannato

Il giudice del tribunale di Pisa dispone un risarcimento di oltre 11mila euro per i danni

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PISA. È uno degli incubi degli automobilisti: fermarsi a fare rifornimento e scoprire che nel serbatoio è finita anche acqua, con il conseguente danneggiamento del motore. Quello che successo, nel 2017, a un automobilista che si era fermato a fare il pieno in una stazione di servizio sulla 439: ora, a distanza di otto anni, il giudice del Tribunale civile di Pisa ha stabilito un risarcimento a carico del gestore dell’impianto.

Il guidatore si trovava al volante di un’auto della propria azienda – una ditta in provincia di Cremona – in Toscana per una trasferta di lavoro. Dopo essersi fermato a fare rifornimento aveva sentito due o tre “strappi” al motore, ma era riuscito comunque ad arrivare a Castelnuovo Valdicecina dove aveva pernottato. La mattina dopo era ripartito verso San Vincenzo, ma appena arrivato sull’Aurelia la vettura si era fermata. Aveva così chiamato il carroattrezzi per il trasporto in officina. Qui il meccanico aveva svuotato il serbatoio, riscontrandovi all’interno la presenza «di un’eventuale presenza di acqua», come si legge nella sentenza depositata pochi giorni fa. L’officina aveva cambiato il filtro del carburante, ma l’auto non era comunque ripartita: al malcapitato automobilista non era rimasto altro da fare che prendere un treno per arrivare a Pisa, andare in taxi all’aeroporto per noleggiare un altro veicolo per rientrare in albergo a notte fonda. La mattina successiva era ripartito per la Lombardia, utilizzando il mezzo a nolo.

Alla fine era riuscito a rientrare in possesso della propria auto soltanto il 15 dicembre, pagando oltre 11mila euro per le riparazioni necessarie.

Dopo poche settimane era partita la richiesta di risarcimento, poi sfociata nel processo in sede civile. Dove il giudice ha dato ragione al proprietario dell’auto, rigettando le “obiezioni” del gestore dell’impianto.

In particolare – ha scritto il magistrato in sentenza – non fa testo l’esame del contenuto delle cisterne disposto dal distributore: fu infatti effettuato il 4 dicembre 2017, cinque giorni dopo l’accaduto.

Il Tribunale ha così condannato il gestore dell’impianto a risarcire 11.393 euro all’automobilista.

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