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Pontedera, ecografia alla tiroide: "Ripassi nell'ottobre 2024"

di Paola Silvi
Pontedera, ecografia alla tiroide: "Ripassi nell'ottobre 2024"

La denuncia di una donna con patologia cronica dopo la comunicaziond del Cup

10 giugno 2023
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PONTEDERA. Un anno e mezzo per un’ecografia alla tiroide. È il tempo di attesa che Mariangela Ciardelli si è sentita annunciare al telefono quando dopo aver chiamato il numero del Centro di prenotazione unica (Cup) dell’ Asl Toscana Nord Ovest, munita di ricetta del medico di famiglia, ha ottenuto la prima data disponibile per il suo appuntamento. Talmente lontana che la signora pontederese non aveva neppure considerato che si trattasse del 2024. «Quando l’operatrice mi ha indicato il 15 ottobre – racconta – pensavo fosse l’anno in corso. Poi mi sono resa conto che sarebbe stata una domenica. Così ho richiamato e sono stati più specifici».

La sessantenne eseguirà la vista ecografica per controllare la sua patologia cronica legata alla tiroide per l’esattezza, fra 16 mesi. Un caso critico che Mariangela porta alla luce, secondo lei, «una situazione davvero spiacevole. Ed è corretto informare sulla gestione, sulle procedure e sulla tempistica più persone possibili».

La delusione si tocca con mano per chi, come la signora di Pontedera è inserita fra l’altro in un circuito relativo alle malattie croniche dove si richiedono controlli periodici. «L’ultima volta che ho sostenuto la visita endocrinologica – spiega Ciardelli – il sistema informatico della struttura di via Fleming aveva dei problemi tecnici. Il medico non ha potuto fissare il monitoraggio successivo che, di solito cade dopo sei, dodici mesi. Da gennaio poi ho avuto purtroppo bisogno di eseguire altri esami diagnostici, tutti effettuati da privato visti i tempi di attesa».

Un’odissea che ha trovato conferma nell’ecografia alla tiroide, disponibile a metà ottobre 2024. «In estrema sintesi – conclude la pontederese – se paghi ti viene fatto tutto e subito. Se invece sei una persona che non può permettersi questi lussi non ti curi. So benissimo della disfatta completa della sanità pubblica, io però sono di quella generazione che si è battuta per garantire un’equità della salute e vedere ciò che sta accadendo adesso, ovvero il trionfo della medicina privata, è davvero deludente. Gli esami me li pagherò perché non sto bene e non posso aspettare, come del resto ho sempre fatto fino ad adesso ma per molte persone questo è impossibile. Inutile parlare di prevenzione quando non è garantito neppure curarsi».

La direttrice della Società della Salute, Patrizia Salvadori, spiega che «è stato formato un gruppo di lavoro per affrontare le criticità delle liste di attesa. Un problema prioritario e che stiamo trattando con grande impegno e investimenti». l


 

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